Anche quest’anno Greenpeace International ha diffuso i risultati raccolti nell’analisi Greener Guide to Electronics, in cui viene stilata una rigorosa e articolata classifica delle aziende di elettronica e microelettronica, basata sul criterio di merito rispetto all’impegno all’utilizzo di criteri di sostenibilità sia nelle fasi di produzione che nello smaltimento degli apparati elettronici e della telefonia mobile.

I parametri dello studio sono criteri ambientali come energia e clima, prodotti più ecologici e attività produttive sostenibili, e valori etici come il diffuso utilizzo di energie rinnovabili per la produzione, la riduzione delle emissioni di CO2; lo sviluppo di prodotti elettronici ad alta efficienza energetica e facilmente riciclabili al termine del ciclo di vita

Si tratta del 18° report, pubblicato sul sito greenpeace.org, confrontabile con la raccolta dei precedenti studi, per poter avere il quadro completo, di anno in anno, di come le multinazionali si comportino in materia ambientale.

La classifica è molto mobile e si osservano salire e scendere i colossi dell'informatica e delle telecomunicazioni, ma anche entrare prepotentemente aziende, oscure ai più, capaci di investire nel rispetto ambientale e nell'organizzazione efficiente. La sorpresa del report 2012 è infatti proprio l'ingresso di una azienda indiana, la Wipro con sede a Bangalore, che si è piazzata immediatamente al primo posto. La Wipro è una azienda di elettronica che fornisce sistemi hardware per il  mercato consumer e per quello professionale, e negli ultimi anni si è sempre impegnata a creare processi produttivi ecocompatibili e a realizzare apparati a basso impatto, smaltibili attraverso il recupero e il riciclaggio.

Questa azienda outsider ha scalzato al vertice della classifica HP che lo scorso anno si era guadagnata il posto d’onore, e ha battuto marchi leader nell’Information Technology  mondiale come Apple, Nokia e Samsung. Le multinazionali infatti, chi più chi meno si sono certamente impegnate nel miglioramento dal punto di vista della sostenibilità ecologica nella manifattura dei propri prodotti, dotando i siti produttivi di sistemi per la riduzione di emissioni e il contenimento del fabbisogno energetico per l'alimentazione.

Purtroppo però fanno ancora troppo poco nella scelta di materie prime meno inquinanti e per la realizzazione di programmi di incentivazione allo smaltimento intelligente dei prodotti elettronici al termine del ciclo di vita.

Altre Big Company, come è accaduto per Apple, sono state retrocesse nella classifica perchè eccessivamente reticenti e poco trasparenti nelle comunicazioni dei dati tecnici relativi alla produzione e alla fabbricazione dei prodotti.

Greenpeace prosegue il suo programma di monitoraggio sull'impatto ambientale e lo sviluppo delle aziende, affinchè le prossime politiche industriali in tutto il mondo si dimostrino maggiormente sensibili anche alle ricadute che esse hanno sull'ambiente e la qualità della nostra vita.