Torniamo a parlare di acqua, dopo avervi dato dei buoni consigli su quanto conviene ingerirne. Lo spreco di acqua è uno dei più grandi peccati dei Paesi industrializzati. Soprattutto al cospetto del fatto che ce ne sono tanti altri, specie quelli africani, che non ne hanno affatto. O comunque, devono usare acque fetide che provocano l'insorgere e il diffondersi di malattie come il colera. Certo, ci sono state anche semplici invenzioni che potrebbero mitigare il problema, come quella di un semplice vaso in terracotta a forma di caffettiera capovolta capace di generare acqua pulita dalla semplice evaporazione dovuta al sole.

Ma evidentemente non si ha voglia di fare investimenti seri in tal senso. Fatto sta che noi "sviluppati" sprechiamo, eccome. In Italia poi, oltre alle cattive abitudini - come quella di tenere la fontana aperta mentre ci si lava i denti - ci si mette pure la rete idrica che perde acqua fino al 30% della portata. Il tutto anche con ripercussioni sulla bolletta.

L'invenzione

Eppure un cambiamento radicale in tal senso si rende necessario dai cambiamenti climatici, che stanno portando anche una riduzione dell'acqua potabile a livello globale. Ma dal Royal College of Art di Londra arriva una speranza contro le cattive abitudini. E notizia confortante è che a idearla è uno studente: Simin Qiu.

Questo ragazzo geniale ha creato un rubinetto che, oltre a ridurre lo spreco di acqua, ha anche un design accattivante per arredamenti moderni. L'ha chiamato Swirl. Vediamo come funziona.

Come funziona Swirl

Il rubinetto fa si che la portata di acqua che fuoriesce sia il 15% in meno rispetto al flusso normale. In che modo?

Grazie a delle turbine installate al suo interno che ne contengono il flusso, diventando minore a livello di gittata. Inoltre, non utilizza la classica leva ma solo un pulsante. La temperatura dell'acqua è sempre costante, facendo sì che non serva posizionare la leva nell'acqua sul freddo o sul caldo. Questa scoperta ha già vinto un premio all'iF Design Concept Award nel 2014. Non resta che sperare in una sua rapida diffusione.