Una settimana lavorativa di due giorni nel settore pubblico per fronteggiare la grave crisi energetica che attraversa il Venezuela: è questa la decisione presa dal vice presidente del Paese americano, Aristobulo Isturiz, a seguito della grave siccità che sta letteralmente flagellando l'intera nazione. Secondo quanto riportato dalla Bbc, il vicepresidente ha annunciato che i dipendenti pubblici, circa 2,8 milioni, lavoreranno nei soli giorni di lunedì e martedì, fino alla fine dell'emergenza energetica. Le uniche eccezioni potrebbero riguardare i compiti necessari e fondamentali, che potrebbero essere svolti anche negli altri giorni.

A mali estremi, estremi rimedi

Non è la prima decisione in tal senso. Infatti, ad inizio aprile, il presidente Nicolas Maduro aveva già annunciato che negli uffici e nelle aziende pubbliche del paese non si sarebbe lavorato il venerdì nei mesi di aprile e maggio, per ridurre il consumo di elettricità. Nella stessa ottica anche la decisione di ridurre gli orari di apertura dei centri commerciali e la creazione di una nuova ora legale, con le lancette spostate avanti di mezz'ora, da inizio maggio.

I cittadini sembrano ormai essersi abituati ai frequenti black-out che privano la Nazione dell'elettricità anche per 4 ore al giorno. Diversi i disagi, dovuti anche alla scarsità di beni di prima necessità, conseguenza di una crisi economica generata dalla caduta del prezzo del petrolio e dall'inflazione più alta al mondo: il 180% nel 2015.Il presidente della Camera di Commercio di Carabobo Guillermo Manosalva ha dichiarato che le interruzioni di corrente elettrica, che influiscono su oltre il 40 per cento delle zone commerciali della capitale Caracas, hanno causato la chiusura di ben 300 attività, soltanto nel primo trimestre dell'anno 2016.

Le attività più colpite sono le farmacie, i saloni di bellezza e i frigoriferi di bar, ristoranti e case private.

Il Governo punta il dito contro El Nino, un fenomeno metereologico che ha portato grave siccità in tutto il Paese, riducendo drasticamente i livelli di acqua e lasciando a secco la diga Guri, nello stato di Bolivar.

Il presidente Nicolas Maduro ha affermato alla Cnn: «Stiamo chiedendo aiuti internazionale e gestendo la situazione nel miglior modo possibile, mentre aspettiamo che tornino le piogge». Luis Motta, ministro dell’energia venezuelano ha poi aggiunto: «Continueremo a fornire i servizi necessari ai venezuelani, ma il razionamento è necessario, è un sacrificio».