Si preannunciano tempi duri per chi quest’anno andrà al mare. La situazione è controversa e spinosa, in quanto c’è il serio rischio che, chi è abituato a fare il bagno in qualche spiaggia libera, presto non potrà più farlo, per via di numerosistabilimenti balneari che sorgono lungo i litorali delle zone marittime. Secondo Angelo Bonelli, che ha stilato un dossier dettagliato, in Italia sono 160 i milioni di metri cubi dati in concessione dal demanio ai privati, con una tariffa di affitto modesta che varia fra i 500 e i 700 euro mensili. Inoltre, secondo il deputato dei Verdi, ci sono stati ben 110 stabilimenti balneari sequestrati alle cosche.

Non conosciamo le tariffe adottate dai proprietari dei vari stabilimenti, ma una cosa la possiamo dire con certezza: non tutti, in questo momento di crisi, hanno la possibilità di fittare una cabina che, nell’estate scorsa, a Crotone raggiungeva il costo di 1.200 euro mensili per i due mesi estivi, ragion per cui si preannunciano tempi ostili per chi vive nella precarietà.

Mare di cemento: la situazione in Calabria

Crotone è una città con 16 km circa di costa, deturpata da una cementificazione selvaggia. Dove avrebbero dovuto sorgere alberghi o strutture ricettive, a suo tempo il piano regolatore rese edificabili quelle zone per costruire abitazioni civili e, in men che non si dica, quella vasta area si è popolata di villette costruite dai crotonesi, appesantendo la già fragile situazione marina, con fogne che scaricano in mare, rendendo la balneabilità non tanto sicura.

Così, tra depuratori che non funzionano e cementificazione selvaggia, la situazione rischia di essere poco rosea, che potrebbe portare più rogne che bagnanti in cerca di un luogo nel quale rilassarsi.

Da Nord a Sud, il problema è comune. Non si capisce bene se il demanio abbia una regolamentazione in materia, chi siano coloro che ricevono la licenza a costruire e perché, in alcuni casi, viene dato il permesso di creare strutture in zone marine protette, come è successo a punta Scifo, con la scusa di realizzare un villaggio, danneggiando una delle aree più belle della costa crotonese.

Dunque, quest’estate per i "peones" del mare sarà difficile raggiungere la strada per arrivare su quel pezzo di costa che, per bellezza, nulla ha da invidiare alle spiagge della Sardegna.

Per rendere inaccessibile il passaggio, si è provveduto a sistemare un cancello in ferro difficile da scardinare. Chi avrà voglia di raggiungere punta Scifo potrà farlo solo con un gommone, o tentando la traversata via mare a colpi di bracciate.

Certo è che, se ci fossero regolamentazioni in materia e si salvaguardassero quel poco di spiagge libere rimanenti, ognuno potrebbe godere di un mare non affossato da cemento ed inquinamento fognario.