Prosegue senza sosta lo studio di nuove tecniche per l'accumulo di energia. La novità delle ultime settimane èla batteria bio, che per immagazzinare l'energia utilizza delle unità di accumulo basate sulla vitamina B12. Può alimentare un apparecchio acustico, ma si studiano già applicazioni su tutti i campi dell'elettronica, con lo studio di batterie più potenti e flessibili, più sottili e trasparenti.

La batteria bio con la vitamina B2

La batteria bio è stata realizzata da un gruppo di scienziati chimici dell'università di Toronto, in Canada, guidato da Dwight Seferos.

La rivista scientifica Advanced Functional Materials ha pubblicato la primapresentazione che descrive le sue caratteristiche e funzionalità. Il piccolo accumulo bio non è molto diverso dalle classiche batterie agli ioni di litio presenti in commercio e garantisce le medesime prestazioni. La differenza sostanziale sta nel fatto che per l'immagazzinamento dell'energia elettrica viene impiegata una particolare molecola della vitamina B2, la flavinia, la quale si attiva nel momento in cui la batteria è inserita in un dispositivo elettronico e quindi quando c'è richiesta di energia.

Questo è il primo caso in cui per la costruzione di elettrodi si utilizzano molecole organiche. Il primo vantaggio si intuisce immediatamente: si evita l'utilizzo di metalli costosi caratterizzati daun processo produttivo altamente inquinante, come ad esempio il cobalto, favorendo la salvaguardia dell'ambiente.

Lo sviluppo della batteria bio non è stato facile in quanto per l'immagazzinamento occorreva individuare una molecola organica complessa, ovvero a catena lunga. La soluzione è stata individuata grazie alla molecola della vitamina B2, proveniente da funghi geneticamente modificati, che può accettare due elettroni contemporaneamente.

Le applicazioni possibilidellabatteria bio

Seferos ha sottolineato che è sempre tutto più facile quando si cercano in natura soluzioni già pronte. Con questa applicazione biologica si ottiene energia ad alta tensione ed una batteria di lunga durata. Questo è molto importante vista la diffusionedi applicazioni tecnologiche legate aisistemi di comunicazione via internet per elettrodomestici, macchine e dispositivi portatili.

Sono occorsi numerosi tentativi per realizzare l'elettrodo organico, ma ora il team di ricercatori cercherà di sviluppare delle versioni adattabili alle dimensioni ed esigenze di dispositivi più grandi. Nei prossimi anni, la batteria bio potrebbe essere una delle soluzioni più interessanti per contribuire a ridurre l'impatto ambientale delle attuali batterie in commercio, particolarmente scomode anche durante ilprocesso di smaltimento.