Le immagini del Sole che ha rilasciato la NASA destano parecchi timori negli scienziati: alcuni di loro pensano, infatti, che nel giro di pochi anni la Terra sarà investita da un'ondata di freddo polare. Le fotografie hanno evidenziato la drastica diminuzione delle macchie solari sulla sua superficie - secondo quanto riporta il Daily star - e che, rispetto alle sue regolari attività volatili, si presenti 'relativamente calmo'.

Dunque, come nel film del filone catastrofico 'The Day After Tomorrow' del 2004, diretto da Roland Emmerich (lo stesso di 'Indipendence Day') dobbiamo aspettarci una nuova 'era glaciale?'

Sulla Terra un forte impatto

Non è la prima volta che la superficie del Sole appare 'liscia', bensì la quarta: gli esperti affermano che negli ultimi 10.000 anni ci sono stati altri periodi simili, ma è in questo lasso di tempo che l'attività solare risulta diminuita maggiormente, e più rapidamente, che in qualsiasi altro; alcuni scienziati, inoltre, sono addirittura certi che il punto più basso del raffreddamento sul nostro pianeta si potrebbe raggiungere molto presto, cioè nel 2019.

Secondo il meteorologo Paul Dorian, il 15° secolo è stato l'ultimo periodo in cui le macchie solari sono scomparse così velocemente, determinando l'inizio di una 'era glaciale': per la Terra, dunque, potrebbe significare un periodo di grande freddo in arrivo a causa della loro riduzione: 'Si può affermare che una debole attività solare - spiega Il meteorologo - se perdura per un lungo periodo di tempo, può avere un forte impatto sullo strato inferiore del nostro pianeta; cioè, quello in cui viviamo tutti'.

Ondata di freddo sulla Terra

La professoressa Valentina Zharkov, della 'University Borthumbria', ha guidato una interessante ricerca che supporta la teoria di Paul Dorian: 'Un'ondata di freddo - spiega la studiosa - investirà la Terra nel periodo che va dal 2020 al 2050 circa.

Sono fiduciosa sui risultati emersi nella nostra ricerca, che è basata su dati più che affidabili oltre che a un buon background matematico. I dati sono disponibili in diversi osservatori solari, e possono essere ricavati da qualsiasi altro ricercatore'.