Quasi tutti gli esseri viventi della Terra necessitano per la sopravvivenza di carbonio, ossigeno e luce, ma la scoperta di un batterio atipico, che vive nelle profondità di una miniera d'oro del Sudafrica, ha spinto gli scienziati a domandarsi se organismi viventi potrebbero adattarsi all'ambiente di corpi celesti apparentemente sterili.

Il Desulforudis audaxviator

Il Desulforudis audaxviator è un batterio localizzato in una miniera d'oro di Mponeng, in Sudafrica, a 2 800 metri di profondità, in un luogo in cui la temperatura raggiunge i 60° C.Lungo quasi 4 micrometri, simile ad un microbo per la sua struttura filiforme, si nutre di cibo chimico, derivato dal decadimento radioattivo della roccia circostante.

Questa peculiarità lo rende unico nel suo genere perché è uno dei pochi organismi conosciuti la cui sopravvivenza non dipende né dall'ossigeno, né dalla luce solare.Invece di usare il Sole, come fonte energetica, il Desulforudis utilizza l'uranio radioattivo presente nelle profondità del sottosuolo che altera i solfuri e l'acqua del luogo.

Autotrofo, ma non fotoautotrofe: la vita grazie ai raggi cosmici galattici

Il batterio è, dunque, un organismo autotrofo, ossia capace di nutrirsi di sostanze inorganiche, (come fanno le piante che hanno bisogno solo di anidride carbonica, acqua e minerali), ma non è fotoautotrofe perché, al contrario delle piante, non necessita di luce solare.

L'astrobiologa Dimitra Atri, del Blue Marble Space Institute of Science di Seattle, ne ha studiato le caratteristiche e ha pubblicato i risultati della sua ricerca sul Journal of the Royal Society Interface.

Secondo la scienziata l'esistenza del Desulforudis conferma che la vita extraterrestre potrebbe esistere anche in ambienti considerati finora sterili.

La scienziata ha dichiarato che la peculiarità di questo microrganismo ha catturato la sua attenzione perché simili batteri potrebbero vivere su qualsiasi corpo celeste, usando come fonte di sostentamento i raggi cosmici sinora considerati un ostacolo per la vita.

I Raggi Cosmici Galattici (GCR)

I raggi cosmici galattici, GCR, sono particelle energetiche molto comuni nell'Universo. Possono essere immaginati come frammenti di atomi provenienti da diversi corpi celesti. Sono presenti anche sulla Terra, ma in piccole quantità grazie all'effetto barriera della nostra atmosfera e del campo magnetico.

Si calcola che in ogni secondo almeno una particella impatti su ogni centimetro quadrato della superficie terrestre.

Pianeti come Marte, con atmosfere sottili e assenza di campo magnetico, sono continuamente bombardati da raggi cosmici.Atri ritiene possibile che queste radiazioni possano raggiungere alcuni mondi per alimentare esseri microbici simili al Desulforudis.

La scienziata ha condotto alcune simulazioni in laboratorio dimostrando che una piccola, ma costante quantità di raggi cosmici sarebbe sufficiente per mantenere la vita a livello microbico su molti corpi celesti. Unico limite è che sui sistemi bombardati siano presenti rocce e acqua.

Vita possibile in ogni luogo dello Spazio

La ricerca ha, quindi, aperto la possibilità della vita a milioni di corpi celesti sparsi per l'Universo, anche se privi di una stella, di atmosfera, o di campi magnetici.Satelliti con presenza di acqua e roccia come quelli di Saturno, (Titano, Dione e Encelado), o di Giove, (Europa), potrebbero essere colonizzati da microrganismi simili.

Gli astrobiologi cominciano a non essere strettamente geo-centrici per quanto concerne l'esistenza e le caratteristiche delle forme vitali aliene.

A tale proposito, Daniel Apai, astronomo e astrobiologo dell'Università dell'Arizona e del NASA Astrology Institute, ha dichiarato: "Restiamo aperti ad ogni possibilità, senza escludere nulla. Naturalmente sono comunque sicuro che resteremo sorpresi quando studieremo per la prima voltala vita extraterrestre".