Che Bill Gates sia tra le personalità più ricche del pianeta è già noto. La sua figura spicca, però, anche per la grandissima attenzione dedicata all'ambiente e ai problemi del pianeta. Gates è annoverato, infatti, tra i dieci uomini più generosi del mondo, posizionandosi al primo posto con donazioni che superano i ventisette miliardi di dollari.

La sua fondazione più famosa, della quale si occupa personalmente, è infatti la Bill & Melinda Foundation, ente benefico attivo su più fronti: dallo sviluppo agricolo all'istruzione nei paesi poveri. Bill supporta economicamente anche molte altre istituzioni di beneficienza, attive soprattutto nella ricerca per combattere le malattie più devastanti nei paesi in via di sviluppo: la Malaria, l'AIDS e la Tubercolosi.

Il fondo Energy Venture Breakthrough

Avvalendosi della collaborazione di Jack Ma, Mukesh Ambani, John Doerr, Vinod Khosla, John Arnold e Hasso Plattner, un gruppo di capitalisti ed industriali attenti allo sviluppo delle energie rinnovabili, Bill Gates ha deciso di istituire il Fondo Energy Venture Breakthrough: un investimento di più di un miliardo di dollari per l'Energia pulita, di durata ventennale. Lo scopo è quello di contrastare le emissioni di gas serra in settori come la produzione di energia elettrica, l'industria, l'agricoltura e i trasporti, tramite una forte spinta alla commercializzazione di nuove tecnologie basate sull'energia pulita.

Gates fa parte della Coalizione Breakthrough Energy, l'iniziativa privata per una "svolta energetica" mondiale, assieme ad altre personalità tra cui Mark Zukerberg, fondatore di Facebook, dichiarandosi fiducioso sulla possibilità di inventare e commercializzare nuove tecnologie che sopperiscano alle attuali e domandandosi sinceramente perché i governi non si focalizzino sul superamento dei combustibili fossili.

Gli investimenti di questo genere sono pericolosi per coloro che li finanziano, in quanto non offrono risultati a breve termine, e Gates ne è consapevole; ha aggiunto, però, che questo è anche un mercato "poco affollato", che può avere sbocchi incredibilmente grandi e che coinvolgono la produzione energetica di tutto il mondo che, secondo le sue previsioni, crescerà di un terzo entro il 2040.