L’Universo è pieno di misteri e solo gli uomini possono essere così stolti da credere di avere un metodo che valga sempre per dimostrare qualcosa, in qualunque situazione e condizione. Per fortuna ci sono scienziati con l’apertura mentale e la giusta dose di coraggio per spingersi oltre, per riuscire a provare a superare limiti quasi “preimpostati”. E’ questo quello che cercano di fare gli scienziati del cern, con i loro molto discussi esperimenti scientifici. Stando ad uno studio della University of California, Irvine, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, il collisionatore di adroni di Ginevra potrebbe aver scoperto una nuova forza della natura.

Il responsabile dello studio Jonathan Feng ha spiegato: “Se risultasse vero, sarebbe rivoluzionario. Una quinta forza oltre a gravitazione, elettromagnetismo e forze nucleari forti e deboli, cambierebbe totalmente la nostra concezione dell’universo”.

La materia oscura e gli universi paralleli

Il problema più grande in questo tipo di esperimenti è riuscire a rilevare la materia oscura che non emette nessun tipo di radiazione. Grazie ai dati ricavati dall’Accademia Ungherese delle Scienze, gli scienziati hanno individuato una nuova particella, sconosciuta fino a questo momento, 30 volte più pesante di un elettrone. A quanto pare non c’è un altro bosone conosciuto che abbia queste caratteristiche, tanto che per il momento, i ricercatori hanno deciso di battezzarlo come Bosone X.

Ma la cosa realmente interessante di questa scoperta è che potrebbe esserci un universo “oscuro” parallelo alla materia normale: “E’ possibile che i due settori interagiscono tra di loro. Potrebbe essere la chiave per capire la natura della materia oscura”, ha affermato Feng. La questione degli universi paralleli è da sempre molto dibattuta negli ambienti scientifici.

Il CERN è stato spesso al centro di critiche proprio per aver vagliato la possibilità di poter dimostrare la possibilità di superare la velocità della luce e l’esistenza di universi paralleli al nostro.

Feng però ci va cauto, dichiarando che ci sarà bisogno di nuovi test per assicurarsi che non si sia trattato di errori statistici.