torino e l'Inquinamento, un problema che le varie amministrazioni comunali susseguitesi alla guida del capoluogo piemontese hanno cercato di affrontare con alterni risultati. Blocco del traffico, targhe alterne, Zone a traffico limitato, diminuzione della temperatura degli edifici in inverno, tutte misure palliative che hanno portato pochi risultati. Ora una ricerca ha studiato l'effetto degli agenti inquinanti sul dna dei bambini.

Effetti tossici e cancerogeni dello smog

La ricerca, denominata Mapec Life, effettuata dagli studiosi dell'Università di Torino e altri atenei italiani, ha affrontato i casi studio dei bambini di tre scuole elementari nel torinese e in città.

Un bimbo su due ha ingenti segnali di mutazione nel dna, causati dall'inquinamento e dalle polveri sottili. Gli studiosi affermano che non c'è l'intenzione di creare allarmismi nella società bensì sensibilizzare le amministrazioni comunali delle grandi città a intervenire, con forza e decisione, con misure cautelative verso le fasce più deboli e capire meglio gli effetti biologici sul dna dell'inquinamento delle aree industrializzate.

Mutazioni del corredo genetico

A Torino il 53 percento dei campioni prelevati dalla saliva e dalle mucose dei bambini presentava chiari segni di mutazioni genetiche, favorite sicuramente dalla stagione invernale, periodo in cui le caldaie e le auto sono sovra-utilizzate.

Ad aggravare la situazione climatica l'assenza di vento e di fenomeni metereologici di lunga durata che permettono l'accumulo di polveri sottili nell'aria.

L'effetto mutevole sul dna del famoso PM 0,5 è ormai chiaro e definito, le analisi continueranno - afferma a Repubblica Elisabetta Carraro, docente e responsabile dell'unità di ricerca torinese - affinchè si possano stabilire eventuali contromisure all'azione sull'organismo delle polveri sottili.

Se Torino non può essere soddisfatta della qualità dell'aria anche altre città, seppur più piccole, non possono certamente ritenersi immuni dall'avanzare dello smog. La ricerca è stata estesa anche a Brescia, Perugia, Pisa e Lecce che per concentrazione di inquinanti e popolazione demografica affetta da patologie legate all'inquinamento, sono risultate città a rischio.