Da sempre la luna affascina gli esseri umani. Sollecita studi scientifici e missioni spaziali; ispira canzoni e poemi; è fonte di miti e leggende spesso presi ad oggetto nei film. Molte teorie scientifiche ritengono anche la Luna causi anche i terremoti, sebbene nessuna è mai riuscita ad avvalorare la propria tesi con dati statistici e prove empiriche. Almeno fino a qualche giorno. Già, perché uno studio condotto da un team di ricercatori giapponesi, e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Geoscience, ha finalmente trovato la correlazione tra Luna e terremoti.

Fornendo prove e dicendoci anche quando rischiamo di più. Vediamo i dettagli di seguito.

Quando la Luna causa i terremoti

La probabilità che si verifichi un forte sisma – ovvero quelli superiori ai 5.5 gradi della scala Richter - è più alto nei periodi di luna piena o della cosiddetta luna nuova. Si parla in particolar modo dei terremoti tettonici, intendendo per essi quelli che si verificano in aree in cui le placche tettoniche si sovrappongono (per effetto della cosiddetta subduzione). Questo tipo di Terremoto è il più frequente e violento. Qualche esempio? Quello verificatosi a Sumatra nel dicembre 2004 (più di 9 gradi e artefice di oltre duecento vittime). O il terremoto di Tohoku-Oki, in Giappone nel 2011 (anch’esso di nove gradi, ma con ben 20mila tra vittime e dispersi e il caso della centrale nucleare di Fukushima).

O, ancora, il sisma che devastò il Cile nel 2010 (8.8 gradi Richter). Ma come fa la Luna a causare i terremoti? Tramite le maree causate dalla sua spinta gravitazionale, che permettono una continua deformazione dello strato dell’acqua sulla Terra. Nonché sulla sua crosta solida.

Luna e terremoti, quando rischiamo di più

Visto qualche esempio e detto come la Luna possa causare i terremoti, vediamo quando rischiamo maggiormente il verificarsi di forti sismi.

In pratica, quando la Terra si trova nel bel mezzo dell’attrazione gravitazionale della Luna da un lato e del Sole dall’altro. Così come quando si verifica la cosiddetta Luna “nuova”, ossia quando si posiziona tra il Sole e la Terra. Gli scienziati giapponesi danno anche una scadenza temporale entro la quale la crosta terrestre subisce la tensione più elevata: quattordici giorni, diciotto ore, ventidue secondi.

Occorre comunque anche dire che l’effetto lunare (e solare) è un’aggiunta a sciami di tensione in corso. Dunque, non è una causa univoca ma aggiuntiva. Vedremo se tale studio prodotto nel Sol Levante avrà nuovi sviluppi e darà il La ad altri approfondimenti.