Approvato dalla Regione il progetto di piantumazione di cannabis sativa per bonificare varie aree di terreno inquinato in Sardegna. Il progetto è stato approvato dalla Regione e sarà sviluppato dalle agenzie presenti sul territorio che si occupano di agricoltura e Ambiente.

La cannabis contro l'inquinamento

Che la cannabis in antichità fino ai tempi recenti fosse una pianta utilizzata a scopi agricoli e farmaceutici non lo scopriamo oggi. Ciò che sicuramente è innovativo è l'uso che se ne farà in Sardegna al fine di bonificare terreni inquinati da residui delle lavorazioni del metallo.

Industria, quella della metallurgia, che ha lasciato in terra sarda scorie e inquinanti che con il passare degli anni vengono alla luce grazie all'attività peculiare dei tecnici agroforestali sardi.

Il lasciapassare al progetto è arrivato in questi giorni, con un finanziamento sbloccato di 450 mila euro appprovato ormai nel lontano 2015. L'obiettivo è quello di coltivare e intervenire su una superficie di più di 400 mila ettari. Sarà seminata la cannabis sativa a basso contenuto del principio attivo vietato dalla legge, il THC. Le piante coltivate dovranno contenere infatti una perentuale di tale principio inferiore allo 0,6%, limite che la legge impone affinchè non sia classificata droga leggera.

La spiegazione di Gianluca Carboni

Gianluca Carboni, responsabile scientifico del progetto Agris, al "Sole 24 ore" spiega come la coltivazione di canapa sativa è una grande opportunità per l'agricoltura sarda, i fondi saranno direttamente elargiti ai coltivatori che si occuperanno del progetto coordinati e supportati dall'Agenzia regionale.

Il sistema scientifico di coltivazione adottato sarà la fitodepurazione. Le piante assorbiranno gli inquinanti presenti nel terreno depurando le aree coltivate, cruciali saranno i 3 anni successivi alla semina. La fase più delicata del progetto in cui le piante dovranno resistere ed adattarsi alle zone inquinate che saranno costantemente monitorate.

La zone interessate saranno quelle del Sulcis Iglesiente Guspinese e quelle di Porto Torres. Proprio nei comuni di pertinenza del progetto sono previste sedute pubbliche e incontri di approfondimento già dalla prossima settimana.