L'allarme è stato diramato da alcune organizzazioni portavoce di pazienti asmatici che hanno ricordato ai governi europei gli impegni presi per migliorare la qualità dell'aria. La salute dei cittadini è a rischio se non si controllano le emissioni ma purtroppo non tutti gli Stati hanno adottato le misure necessarie per contenere il problema. Due giorni fa, durante l'asma Day mondiale, ci sono state delle lamentele perché la metà degli Stati Ue non ha dato seguito agli impegni presi sulle emissioni, i quali dovrebbero raggiungere gli stessi obbiettivi comuni entro il 2030.

Le direttive Ue, risalenti al dicembre scorso, stabiliscono i limiti nazionali di emissioni, o NEC, soprattutto per i 5 inquinanti principali. Ciò dovrebbe cautelarci perché rispettare le direttive significa dimezzare l'inquinamento attuale entro i prossimi 13 anni, con un calo significativo di malattie respiratorie e di morte prematura. Sono, infatti, 30 milioni gli europei che soffrono d'asma e 235 milioni la totalità di asmatici nel mondo, con un costo sanitario di 17,7 miliardi di euro l’anno.

Il problema è più grave per i bambini, per i quali asma e allergie rappresentano la causa primaria di assenze scolastiche, di visite di emergenza e di ricoveri. I dati sono stati presentati dall'Efa, la federazione che comprende tutte le associazioni di pazienti colpiti da allergie e malattie aeree.

Il presidente Efa, Mikaela Odemyr, ritiene che questo tipo di patologie sia collegato in modo massiccio alla qualità dell’aria. Purtroppo, però, molti stati membri dell'Ue continuano a far orecchie da mercante.

Anche l'Italia ignora le norme

Già la Bulgaria è stata ritenuta colpevole dalla Corte di giustizia europea perché puntualmente supera i valori dettati dalle norme dell’Unione sulle polveri sottili in tutto il suo territorio, così come la Polonia: sono stati diramati avvisi anche alla Germania, alla Francia, alla Spagna, all'Inghilterra e all’Italia.

Gli Stati elencati hanno ripetutamente violato i limiti consentiti per l'inquinamento atmosferico da biossido di azoto, la cui presenza incontrollata è stata causa di quasi 7.000 morti premature nel 2013. L’EFA ha invitato l'Europa ad inasprire le norme per il controllo che sembrano troppo poco severe: per la protezione della salute dall’inquinamento, l'OMS ha stabilito i parametri già nel 2005, parametri che non vengono assolutamente rispettati. Chi vive oggi in città è esposto a livelli limite che possono provocare la morte prematura e i dati sono sempre in aumento.