Le onde di Kelvin-Helmholtz possono essere considerate delle instabilità fluidodinamiche e si formano ogni qualvolta si osservi una minima differenza di velocità tra due fluidi. Uno degli esempi più classici potrebbe essere identificato con i vortici d'acqua o dei gas che si formano negli oceani e nell'atmosfera.

Lo Tsunami cosmico, osservato di recente dal gruppo di astronomi internazionali guidati da Stephen Walker, del Goddard Space Flight Center della NASA, sarebbe stato prodotto da una gigantesca onda di gas in seguito al terrificante urto tra un piccolo ammasso di galassie e il conosciuto ammasso di Perseo o Abell 426.

Un cumulo di detriti, gas caldo decine di milioni di gradi e polvere cosmica, grande 11 milioni di anni luce e distante circa 235 anni luce dalla Terra.

Catastrofe cosmica ancora in corso

Le osservazioni di queste onde gigantesche effettuate dal team di Walker e pubblicate sulla rivista specializzata Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, sono il frutto di una combinazione di dati forniti dal telescopio spaziale della Nasa Chandra, dall'analisi delle onde radio e dalle particolari simulazioni al computer.

Tuttavia, secondo le spiegazioni dello scienziato americano, la straordinarietà dell'evento sarebbe rappresentato dalle centinaia di milioni di anni che le onde giganti generate dal vortice gassoso hanno impiegato per attraversare il massiccio ammasso di Perseo.

E non è tutto, Walker assicura che la fusione tra i due ammassi è ancora in corso.

Tamponamento fra due cluster di galassie

La simulazione finale messa a punto da un sofisticato software mostrano come i cosiddetti 'disturbi gravitazionali' formati dal tamponamento cosmico avvenuto miliardi di anni fa, abbiano originato un vortice di gas proprio nel cuore dell'ammasso di Perseo.

E le enormi onde generate dal vortice non sarebbero altro che una versione ingigantita delle instabilità di Kelvin-Helmholtz. Mentre altre onde di minori dimensioni e volume sono state osservate precedentemente nei cluster di Centauro e Abell 1795. Infine, lo scienziato Stephen Walker indica che a tamponare l'ammasso di Perseo, uno dei più compatti e brillanti della volta celeste, sia stato un cluster dieci volte più piccolo.