Secondo uno studio appena pubblicato su Nature Communications condotto dal Dottor Christopher Kilburn dello University College London e dai dottori Giuseppe de Natale e Stefano Carlino dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Fisica e Vulcanologia, sarebbe 'prossima' un'eruzione del Supervulcano dei Campi Flegrei.

Lo studio ha misurato in modo regolare e sistematico i vari segnali lanciati dal Supervulcano, tanto che è stato possibile creare un modello matematico in grado di fare previsioni sul comportamento del vulcano stesso. Un po' come accade per le previsioni meteo.

Gli esperti sottolineano che, quando parlano di eruzione prossima o vicina non intendono imminente. Ma il modello matematico elaborato non lascia margini di incertezza. Quindi invitano tutti coloro che hanno delle responsabilità di governo e gestione del territorio a fare i dovuti preparativi e a prendere tutte le precauzioni necessarie per fronteggiare un'eventuale eruzione.

I fattori presi in considerazione nello studio

Lo studio si è basato sulla comparazione dei dati storici relativi all'evoluzione del bradisismo, cioè l'innalzamento o l'abbassamento del terreno a seguito dell'attività tellurica sempre presente nel sottosuolo, con il tasso rilevato della sismicità dell' area dei Campi Flegrei.

Questo nuovo approccio di studio ha permesso di calcolare che solo nel periodo che va dagli inizi degli anni 60 alla metà degli anni 80 circa, il suolo di Pozzuoli si è sollevato di circa 4 metri e ci sono stati circa 20 mila eventi sismici nell'area interessata.

Questo ha portato alla conclusione che tutti questi movimenti tellurici e gli altri che certamente si sono verificati negli anni non considerati, hanno condotto ad un accumulo di energia al di sotto della crosta terrestre della zona interessata dallo studio.

Che è poi l'evento prodromico di un Terremoto o di un'eruzione. Ma prevedere, comunque, il momento esatto dell'eruzione è tuttora impossibile.

Perché gli studiosi lanciano l'allarme?

Come spiega il Dottor Stefano Carlino, dai dati che hanno analizzato è in corso una dinamica anche se, per i motivi indicati sopra, non si può sapere con certezza dove condurrà.

Ma la dinamica in corso assomiglia moltissimo a quella, dice sempre Carlino, di un altro evento sismico verificato ben 500 anni fa, e che è sfociata nel sisma e nella conseguente eruzione del 1538. A seguito di quella antica eruzione, si formò quello che oggi conosciamo come Monte Nuovo. Ma la potenza implicata è nettamente inferiore a quella che ha generato la caldera dei Campi Flegrei. Ciò che ora sta avvenendo in Campania, secondo Christopher Kilburn, è una storia già vista ad esempio in Papa Nuova Guinea con il vulcano Tavurvur oppure alle Canarie con l' El Hierro, e tutti hanno ricominciato ad eruttare negli ultimi 20 anni.