Se questa estate, per gli italiani, sarà difficile da dimenticare per le elevate temperature raggiunte su un’ampia fascia del nostro stivale, non può consolare l’ultima previsione fatta dai ricercatori e pubblicata sulla rivista The Lancet Planetary Health, dove si parla di un cambiamento del Clima strutturale sul nostro continente, quindi non solo l’Italia. L’analisi parte dal 1981 e si proietta fino al 2100. I dati emersi sono davvero preoccupanti.

Altro che Trump!

Ha fatto scalpore il dietrofront del nuovo presidente statunitense, Donald Trump, sull’accordo di Parigi sul clima, firmato dal suo predecessore Barack Obama.

Rimane oggettivamente inspiegabile e anacronistica questa nuova posizione dell’inquilino della Casa Bianca che colloca gli Stati Uniti insieme a Siria e Nicaragua, i tre Paesi al mondo che si sono sottratti agli impegni siglati a Parigi, nel 2015, da ben 195 nazioni.

Forse al neopresidente statunitense poca importa cosa succederà nei prossimi decenni, preso dal voler lasciare una sua impronta con la presidenza in questi quattro anni. Sta di fatto che, come tutti gli studi più accreditati finora pubblicati dicono, il clima sul nostro Pianeta sta cambiando e che questo porterà a nuovi equilibri tra cittadini e territori. Anche con importanti effetti sulla salute.

E’ proprio di questi giorni la pubblicazione sulla rivista The Lancet Planetary Health di uno studio fatto a livello dei 28 paesi della Comunità Europea.

Lo studio descrive i rischi sulla salute per la popolazione a causa di disastri climatici, in primo luogo le ondate di calore. Il periodo in esame è stato dal 1981 al 2010 (30 anni), a seguire le stime per il successivo trentennio (2011-2040), fino ad arrivare alla fine del secolo: 2041-2070 e 2071-2100.

Lo studio è stato condotto con metodo statistico (MATLAB R2012) andando ad analizzare tutti i territori dei 28 Paesi dell’Unione Europea (EU), chilometro per chilometro.

Per arrivare a delle estrapolazioni, che si estendono fino a fine secolo, i ricercatori hanno messo a sistema tutti i dati disponibili nel periodo 1981-2010, come eventi meteorologici di ogni tipo a partire dall’innalzamento della temperatura e dai decessi a questi associati, ecc.

Un futuro davvero preoccupante

Entro fine secolo ben 2 cittadini su 3 (pari a 351 milioni di persone) sarà a rischio salute per disastri climatici.

Principalmente a causa di ondate di calore. L’incremento sarà di 50 volte: se consideriamo che nel periodo 1981-2010 ci sono stati 3mila decessi l’anno dovuti al clima, nel trentennio 2071-2100 sono stimati 152mila morti l’anno! Questi dati comprendono i 28 Paesi della UE più Svizzera, Islanda e Norvegia. Ma i più colpiti saranno i cittadini residenti nei paesi dell'Europa Meridionale.

Le variazioni climatiche si ripercuoteranno sui territori, e sui residenti, in termini devastanti come forte incremento dei casi di incendi boschivi, conseguente la siccità, alternanza di ondate di calore a ondate di gelo, precipitazioni rapide e abbondante (bombe d’acqua) e alluvioni, che interesseranno coste e fiumi, oltre a tempeste di vento.

A commentare questi risultati, il primo autore dello studio, Giovanni Forzieri, ricercatore del Joint Research Centre della Commissione Europea, in Italia. I rischi principali per la salute, che poi sono quelli che determineranno la stragrande maggioranza dei decessi (99%), saranno le ondate di calore. Se non verranno immediatamente messe in atto politiche per contrastare questo fenomeno, entro fine secolo, 350 milioni di cittadini europei potrebbero vivere in condizioni meteorologiche estreme. Questo si tradurrà in 700 decessi l’anno ogni milione di abitanti che, considerata l’attuale popolazione italiana (circa 60 milioni) vuol dire 42.000 decessi l’anno solo a causa delle ondate di calore! Considerando solo il dato medio, ma l'Italia si trova nel bacino mediterraneo e quindi i numeri potrebbero essere anche peggiori.