‘È il momento di salvare il nostro futuro. Abbiamo solo un pianeta’. Sono le parole di una bambina austriaca di 11 anni, assai determinata, che ha pensato di scrivere una lettera, in inglese, a Donald Trump, per chiedergli di rivedere le sue posizioni intransigenti in materia di politiche ambientali. ‘Ti sto scrivendo questa lettera – prosegue Paula – perché ho qualcosa di importante da dire. Signor Presidente il cambiamento climatico è reale’.

‘Tu ed io’

Oltre al nome e all’età non abbiamo ulteriori informazioni sulla bambina autrice della lettera.

Tanto che i più scettici sarebbero già pronti a gridare alla fake news. La scrittura però è quella infantile. Paula non ricorre a particolari sofismi o giri di parole, avendo peraltro scelto di scrivere in una lingua a lei straniera, senza contare il fattore età, ma si fa forte del fatto che i cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti. Così scrive ‘Le persone possono vederli in tutto il mondo. Quando il nostro Clima cambia, ne siamo tutti colpiti. Tu ed io. La gente negli Stati Uniti, in Austria, in Cina, Norvegia, nella grandi città e sulle piccole isole’. Paula invita Trump a collaborare con gli altri leader mondiali per trovare delle soluzioni concrete a questa spada di Damocle che pende sulla testa di ciascuno di noi.

Un postino d’eccezione

La lettera non è datata con un giorno preciso ma riporta genericamente il mese di settembre e ad averla resa nota ci ha pensato con un post su facebook dal presidente austriaco Alexander Van der Bellen. Pubblicata in originale, la lettera è diventata subito virale facendo il giro del mondo con oltre 800 condivisioni e quasi 10 mila like.

Noto per essere un convinto ecologista nonché esponente dei Verdi, Van der Bellen ha portato con sé la lettera di Paula all’Assemblea generale dell’Onu di martedì scorso consegnandola direttamente a The Donald in persona. Sappiamo anche che il presidente ecologista ha accompagnato il messaggio di Paula con una lettera ufficiale da lui scritta nella quale invita Trump a non rinunciare agli accordi di Parigi dai quali dipenderanno la pace e grandi opportunità economiche.

Gli Stati Uniti prima di tutto

Il presidente americano ha parlato all’assemblea generale dell’Onu per la prima volta da inizio mandato e il suo discorso non è stato affatto incoraggiante. Sul tavolo diversi temi tra cui il clima, terrorismo, immigrazione, Libia e Corea del Nord. Nel suo intervento, Trump non ha parlato esplicitamente di ambiente, ma possiamo coglierne un riferimento quando afferma di mettere gli Stati Uniti al primo posto. La sua posizione sugli accordi di Parigi e in generale sul clima sono del resto note e non ci aspettiamo una retromarcia tanto presto. Non sono mancati i rimproveri di altri paesi. Macron annuncia che si andrà avanti sul clima anche senza gli Stati Uniti, ma questa affermazione suona già come una sconfitta per tutti.

La letterina probabilmente finirà tra le scartoffie della Casa Bianca, sparendo sotto montagne di altre missive protocollate. Ci piace però immaginare che un giorno Trump, prima dello scadere del suo mandato, scopra che la saggia Paula aveva ragione sul clima e magari si ricorderà di quel monito giunto a lui ad inizio mandato.