Periodo nero per la Lomellina, nero come le colonne di fumo tossico che la colpiscono periodicamente ormai da mesi. Un'ennesima colonna di fumo nero visibile da chilometri di distanza ha svegliato ieri mattina, 6 settembre, i pavesi. La causa della nube tossica è un incendio scoppiato all'interno di una azienda di Mortara che si occupa di ritiro e smaltimento rifiuti non pericolosi.

Sono state emesse delle ordinanze di emergenza per invitare la popolazione a rimanere in casa il più possibile, tenendo le finestre chiuse ed evitando di consumare verdura dagli orti in attesa delle analisi eseguite dall'Arpa che sta valutando il rischio diossina, che come rivelato dal Prefetto di Pavia è elevato a causa dei materiali presenti dell'azienda.

Si ricorda che la Lomellina è una zona di grande produzione agricola, soprattutto cereali. Indicazioni di cautela sono state inviate anche agli agricoltori della zona.

L'incendio è stato domato dalle sette squadre di vigili del fuoco provenienti da Mede, Vigevano, Pavia, oltre che dalle vicine province di Novara, Milano e Vercelli. Ci sono state delle difficoltà legate alla mancanza di acqua. La nube tossica si è diretta anche verso nord-est, in direzione di Novara e Vigevano. Alcuni abitanti della zona si dicono preoccupati per la propria salute e per quella dei propri figli e nipoti e accusano l'eccessiva produzione di rifiuti e la presenza di troppe aziende di lavorazione rifiuti nella zona.

Sul luogo dell'incendio è intervenuto anche un delegato di Wwf Italia che spiega come la Lomellina sia una vera e propria zona della diossina a causa della presenza di numerose discariche e aziende di gestione rifiuti. Legambiente definisce, gli eventi degli ultimi mesi nella zona, come "una strana epidemia di incendi", basti ricordare che solo qualche settimana fa, era divampato un incendio in zona Bruzzano, a luglio, infatti, l'incendio ha coinvolto un azienda di stoccaggio rifiuti; oppure l'incendio che a febbraio ha interessato la raffineria dell'Eni di Sannazzaro.

C'è il sospetto, tra la popolazione locale, che i roghi che hanno colpito la zona non siano dovuti a tragiche fatalità. Il direttore di Legambiente sottolinea il rischio continuo di potenziale disastro naturale e sottolinea la necessità di attivare percorsi virtuosi e di economia del riciclo e del non-spreco per ridurre il rischio di eventi disastrosi di questo tipo.