Paura, occulto, follia, aridità intellettuale, scempiaggine.

Difficile pensare alla zucca senza associarle inconsciamente il simbolismo negativo che nella società occidentale aleggia da secoli su questo grosso frutto arancione. Un ortaggio indubbiamente sfortunato che solo il 31 Ottobre gode del suo unico giorno di lugubre fama, essendo l’emblema di Halloween. Un’effimera vanagloria: le zucche vengono svuotate e intagliate a dovere in modo da assumere le cupe sembianze di un deforme volto umano atto a simboleggiare Jack-o'-lantern, la povera anima tormentata di un avaro Irlandese che, secondo leggenda, sarebbe stata costretta dal diavolo a errare senza tregua alla ricerca di riposo.

L’unico aiuto nel suo cammino sarebbe proprio una zucca (originariamente una rapa) al cui interno era stato posizionato un tizzone ardente. Il suo simbolico utilizzo durante la celebre festività anglosassone sarebbe un ottimo palliativo per tenere lontani gli spiriti maligni ed esiste addirittura chi ha fatto del suo artistico intaglio una vera e propria arte.

Nonostante la sua tradizionale nomea, la zucca è una risorsa trofica ed economica fondamentale per molti paesi, perlopiù asiatici. Comunemente con il termine 'zucca' si intendono diverse specie di piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa di cocomeri, meloni, cetrioli e zucchine.

La zucca, un frutto inaspettatamente importante

Introdotte in Europa in tempi storici dai conquistadores spagnoli tornati dalle inesplorate Americhe, le piante del genere Cucurbita, sono oggi intensamente coltivate in tutto il mondo; basti pensare che un report della FAO del 2014 ha stimato la loro produzione annuale in oltre 25 milioni di tonnellate, con Cina ed India che risultano i loro maggiori produttori.

D’altronde si tratta di un frutto molto versatile ampiamente utilizzato in cucina tanto per la preparazione di pietanze salate, quanto di gustosi dolci, senza dimenticare i suoi usi nella medicina popolare e nella cosmesi.

Ma non è tutto: uno studio recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Molecular Plant ha messo in evidenza come anche la Scienza si sia fortemente interessata a questi buffi frutti arancioni.

Un’equipe composta da studiosi del Boyce Thompson Institute, nello stato di New York, e del National Engineering Research Center for Vegetables di Pechino, ha sequenziato l’intero genoma di due delle più coltivate specie di zucca: Cucurbita maxima e C. moschata. Conosciute come 'zucche invernali' perché raccolte nei mesi autunnali e conservate durante tutto l’inverno, presentano caratteristiche botaniche alquanto differenti. Conoscerle a livello molecolare, infatti, aiuta notevolmente a comprenderne gli adattamenti ecologici, in quanto C. moschata è nota per la sua grande resistenza a stress abiotici e malattie, mentre C. maxima è maggiormente utilizzata per la maggior qualità dei suoi frutti e per le sue importanti proprietà nutritive.

Il professor Zhangjun Fei, uno degli autori di tale studio, ha asserito che 'Le zucche sono una risorsa alimentare basilare per molti paesi in via di sviluppo, ma sono coltivate in tutto il mondo per i loro usi culinari e ornamentali'. È oltretutto nota la possibilità di ibridare queste due specie, ma poco si sapeva sulla loro struttura genetica. Tale ricerca non ha infatti il solo fine di colmare un’importante lacuna conoscitiva in ambito botanico, ma potrebbe avere notevoli risvolti economici e sociali.

C. maxima × C. moschata, l’ibrido generato dall’unione tra queste due specie congeneriche, produce dei veri e propri 'superfrutti' che presentano sia il delizioso sapere della prima zucca che la straordinaria resistenza della seconda, permettendo così anche ai paesi in via di sviluppo di coltivare senza grandi difficoltà queste piante dagli importanti valori nutrizionali.

Grazie al sequenziamento genetico di queste due specie, sarà quindi più agevole ottimizzare e velocizzare il complicato processo di ibridazione.

Così come la generosa Fata Madrina di Cenerentola da una zucca è riuscita a creare una bellissima carrozza, i biologi molecolari sono riusciti a trasformare una zucca in un prezioso mattoncino in grado di consolidare la difficile ricerca di soluzioni per mitigare la fame nel mondo