A quasi un anno dall'approdo alla Casa Bianca di Donald Trump, in molti si chiedono cosa sia cambiato negli USA e nel resto del mondo, cercando di trarre un bilancio di questo 2017.

Negazione del surriscaldamento globale

Uno dei temi che più ha fatto dibattere riguardo alla presidenza Trump è quello legato all'Ambiente: di fatto, le decisioni politiche intraprese non tengono conto del riscaldamento globale, considerato una verità scientifica dalla stragrande maggioranza degli studiosi

Il 28 marzo 2017, un ordine del presidente ha rimosso l'obbligo di considerare gli effetti sul cambiamento climatico tra le previsioni del National Environmental Policy Act, e ha anche eliminato le restrizioni sul "fracking" (tecnica di estrazione petrolifera estremamente invasiva per il terreno), dando mandato all'Environmental Protection Agency di abolire (o rivedere completamente) il Clean Power Plan introdotto con enormi sforzi da Obama nel 2015: esso si proponeva di ridurre le emissioni di anidride carbonica dalle centrali elettriche di oltre il 30% in 25 anni.

Il 1° giugno 2017, Trump ha annunciato l'intenzione formale di far uscire gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima. Le proteste sono dilagate a livello internazionale, ma hanno portato a scarsi risultati. Non è raro che nella storia recente si siano verificati fenomeni di questo genere: un cambiamento catastrofico ed imminente si sta abbattendo sul nostro pianeta, e noi di fatto non abbiamo fatto quasi nessun passo in avanti, e in alcuni casi siamo addirittura andati verso una profonda involuzione.

Il meccanismo mentale che porta ad un comportamento così sconsiderato riguarda la lentezza con cui il processo avviene: come un fumatore non si accorge ad ogni sigaretta che si sta avvelenando, allo stesso modo non ci rendiamo conto, per mancanza di evidenze riscontrabili nel presente, che il nostro stile di sviluppo globale sta portando alla distruzione dell’ambiente.

Inoltre i messaggi riguardanti la tutela ambientale sono sempre troppo incerti, vari, contestati, e spesso non sono veicolati in modo da essere efficaci.

Una bellezza fragile

La psicologia del comportamento ci dice che intraprendiamo delle azioni e facciamo delle scelte basandoci soprattutto sulle nostre emozioni, ed è provato che le notizie disfattiste e catastrofiche suscitino un grande sconcerto ma una risposta emotiva estremamente superficiale, e che spesso non siano seguite da una reazione comportamentale alle stesse.

Gli studi hanno, inoltre, mostrato come l'arte influenzi le nostre emozioni in maniera più efficace rispetto alle notizie terrificanti, e questo proposito si pone il progetto di Zaria Forman (artista di grande successo, capace di dipingere enormi quadri al carboncino) che rappresenta la maestosità di iceberg e ghiacciai: la loro imponenza e la loro bellezza fragile.

Esploratrice ed esperta di ghiacciai, la giovane artista americana ha deciso di ritrarre nelle sue tele larghe più di tre metri i ghiacci del polo e, grazie ad un'incredibile attenzione ai minimi particolari, è capace di renderle come un'esperienza che si vive osservandoli. Forse la strada per il cambiamento passa dall'apprezzamento e dall'interiorizzazione della bellezza che tutti noi possediamo e che rischiamo di perdere.

Ecco un video che illustra le opere ed una presentazione dell'arte di Zaria Forman.