I quotidiani locali ne parlano da tempo, e ogni tanto scoppia qualche nuova miccia a proposito di questa nuova ma antica presenza dei monti.

Il lupo, canide carnivoro (che in realtà si adatta, in caso di necessità, a mangiare di tutto per lunghi periodi di tempo) protagonista di tante fiabe, storie e leggende, nonché di stereotipi duri a morire, bazzica oramai nelle dimensioni di branco nell'altopiano prealpino della Lessinia, digradante a sud verso la pianura padana.

Questa è una delle 7 aree dell'arco alpino di importanza chiave per la conservazione di questa specie in via di estinzione tutelata, dopo la temporanea scomparsa nei secoli scorsi, da una legge nazionale e da un progetto comunitario dal nome Life WolfAlps.

Lo scopo è quello di salvaguardare quest'animale nelle aree in cui è già presente o in cui si sta reinserendo agendo sotto molteplici fronti: dalla lotta al bracconaggio alla prevenzione di ibridazioni con i cani, dalla comunicazione alla gestione del rapporto con le attività umane in loco, dalla raccolta dati alle segnalazioni di avvistamenti.

Il tutto, in Veneto, è patrocinato dalla Regione, che tuttavia a volte si lascia sfuggire dichiarazioni poco coerenti sull'argomento...

Ma vediamo come stanno veramente le cose.

Nel 2012 le telecamere hanno ripreso in Lessinia quello che a livello naturalistico è considerato un evento eccezionale: l'incontro tra Slavc, lupo balcanico di circa 45 Kg, e Giulietta, giovane lupa autoctona in cerca, probabilmente, di un compagno.

Ebbene, l'unione tra i due segna il ricongiungimento tra due popolazioni diverse rimaste isolate per secoli che hanno dato vita ad un branco di circa 15 lupi i quali, per chi non lo sapesse, non si riproducono tra consanguinei. Finché rimangono nel branco, tutti gli esemplari sono assoggettati al dominio dei due capostipeti alfa.

Il compito degli enti che operano nell'ambito del progetto Life Wolfalps è quello di monitorare gli spostamenti tramite avvistamenti e foto-trappole, cercare di evitare le ibridazioni tra lupi e cani, impedire il bracconaggio e preparare gli allevatori ad eventuali incursioni indesiderate di questi predatori. Forse pochi sanno che a questo scopo vengono forniti gli allestimenti delle protezioni ai capi di bestiame ed eventualmente il risarcimento dei danni a mezzo di un'auto-dichiarazione suffragata dalla perizia di un veterinario.

Quanto all'uomo, niente paura: questo animale selvatico è alquanto schivo e lo evita più che può.

Se lo intravedete in lontananza, sarà lui il primo a cambiare strada.