I Carabinieri di Bari, insieme ai finanzieri della Polizia Tributaria, stanno indagando in merito a delle presunte manipolazioni, da parte di pubblici ufficiali, sull'affidamento degli appalti pubblici nel territorio della provincia di Bari. L'operazione si chiama Pura defluit.

La dinamica dei fatti

I pubblici ufficiali sarebbero stati corrotti per manipolare l'assegnazione degli appalti pubblici della provincia del capoluogo pugliese. Al momento le forze dell'ordine hanno arrestato dodici persone e continuano, anche nella giornata di oggi, le perquisizioni in tutta la provincia, per constatare altri indizi in merito a questa vicenda.

Di queste dodici persone arrestate, per due è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre le altre dieci sono agli arresti domiciliari con obbligo di dimora. Tutti gli indagati sono accusati di turbativa d'asta e corruzione.

La malfidata gestione degli appalti in Italia

Purtroppo questo è l'ennesimo caso riguardante l'alterazione delle aste sugli appalti pubblici. Nell'ultimo anno si sono susseguite tantissime notizie, soprattutto nella zona del sud Italia. Da non dimenticare la vicenda che si è svolta l'anno scorso nella provincia di Caserta, dove sono finite in manette 20 persone, tra cui tanti imprenditori noti della zona. Questi ultimi, in cambio degli appalti pubblici, assegnavano posti di lavoro, beni di lusso e tanto altro ancora.

Nella lista degli accadimenti che hanno fatto più discutere, c'è anche quello di Benevento, dove il comune truccava gli appalti utilizzando degli strumenti tecnologici di ultima generazione. Infatti, per non dare nell'occhio e leggere in anteprima le proposte offerte, le buste venivano lette con un laparoscopio, uno strumento ottico (praticamente una microcamera) utilizzato abitualmente nella chirurgia specialistica.

Anche in quella occasione le persone arrestate furono dieci.

La turbativa d'asta è un reato che viene molto spesso contestato anche nel Nord. Proprio la Guardia di Finanza di Torino, un po' di tempo fa, ha arrestato otto persone nell'ambito di un'inchiesta che riguardava la ASL di Torino. Tutti vennero accusati di turbativa d'asta, in merito a un appalto pubblico che riguardava l'acquisto dei sistemi per la chiamata dei pazienti e i monitor, per i presidi ospedalieri del capoluogo piemontese. Si parlò di truffa per circa 13 milioni di euro.