Il 18 aprile 2016, il"Caffè letterario" dell'associazione For-Art, aBrescia, è cominciato all'insegna dell'imprevisto. L'attore Filippo Garlanda, per impersonare un ruolo "caliente", è entrato in scena non con una rosa in bocca, ma con una fetta biscottata (una "rosa biscottata"? Per via del profumo?). Un modo per omaggiareAntonio Banderase la sua passione per i prodotti da mulino, in una nota pubblicità.

Dopodiché, il buon Garlanda si è seduto al pianoforte e ha eseguito le note della"Habanera", un brano della celeberrima"Carmen"(1875) di Georges Bizet(1838 - 1875).

Ben presto, il pianista Giovanni Colombo si è presentato a reclamare le proprie prerogative. Ma il tono, alla serata, era già stato dato: la "Habanera" si ispirava a un ritmo cubano che confluì neltango.

Dopouna serata profumata di fiori, For-Art ha scelto la sensualità del"Caffè Sudamerica". Per calare meglio il pubblico nell'atmosfera, in luogo della voce sopranile di Laura Capretti, sono state invitate le corde diDario Bevacqua: allievo dell'Accademia della Chitarra di Brescia.

Poesia dall'accento latino

Il primo brano declamato da Garlanda è stato il "Viaggio a Montevideo" di Dino Campana(1885 - 1932): un inizio all'insegna della voglia di cambiare mondo, in "un viaggio chiamato amore" (per citare il celebre film).Il panismo (=fusione con il Tutto) del messicanoOctavio Paz(1914 - 1998) trasforma invece il corpo dell'amata in un paesaggio, come recita la suggestiva "Pietre di sole".

Per continuare a sognare, ecco una fiaba argentina dal titolo "Il jacaré bugiardo e il furbo anatroccolo". L'uccellino acquatico, grazie alla propria intelligenza, sfugge al rettile predatore, che si fingeva malato per avvicinare gli innocenti. Poi, una citazione diJorge Luis Borges(1899-1986)e una barzelletta sull'altissima autostima degli argentini.

In una serie di aforismi, sono stati citati - fra gli altri -Pablo Neruda(1904-1973),Ernesto "Che" Guevara(1928-1967)eRigoberta Menchù(1959-). Un occhiolino all'Italia è stato rivolto con il "Tango perpendicular" di Stefano Benni(1947-). Di Neruda, è stata declamata l' "Ode al carciofo": il più marziale fra gli ortaggi, che muore valorosamente nelle pentole delle massaie, lasciando un cuore tenero.

PerGabriel Garcìa Màrquez (1928-2014), è stata coniata l'espressione"realismo magico". Il suo romanzo "Cent'anni di solitudine" (1967) avrebbe reso tabù quest'ultimo termine per gli altri scrittori latinoamericani, intimiditi da quel vertice insuperabile. Di lui, è stato letto un brano da "L'autunno del patriarca" (1975).

La chitarra di Bevacqua e il pianoforte di Colombo

Mentre la poesia scorreva, né il pianoforte né la chitarra tacevano. In particolare, Dario Bevacqua ha eseguito due pezzi del compositore venezuelanoAntonio Lauro(1917-1986).Jorge Morel(1931-), pur essendo argentino, ha composto una "Danza Brasilera".

I versi di Paz sono stati accompagnati al pianoforte dalla colonna sonora de"Il postino"(1994; regia di Michale Radford e Massimo Troisi), creata da Luis Bacalov.

La chitarra è tornata per eseguire un tango diAstor Piazzolla(1921-1992), che fuse la musica argentina con quella colta europea. Ne è testimonianza il suo rifacimento delle "Quattro Stagioni" di A. Vivaldi. Di esse, Bevacqua ha suonato la "Primavera portenha". E' poi venuta la "Milonga"diJorge Ruben Cardoso(1949-).