Il forte sospetto è che si tratti di un’intimidazione. Le due molotov contro un albergo destinato ad ospitare 35 richiedenti asilo a Vobarno, in provincia di Brescia, non sono certamente state lanciate per gioco. L’obiettivo era ben preciso: l’hotel Eureka. I danni che sono stati arrecati alla struttura non sarebbero di grandissima entità. Una vicenda su cui adesso stanno indagando i carabinieri che hanno condotto i rilievi che il caso impone. L’albergo è chiuso al pubblico ormai da quattro anni.

Tra indagini e accoglienza

Per adesso si indaga contro ignoti.

Da quanto emerge sembrerebbe che qualcuno si sia introdotto nel corso della notte tra venerdì e sabato all’interno dell’albergo dismesso che si trova nella frazione di Carpeneda lungo la via provinciale. Dopo lo sfondamento del vetro sarebbe stata lanciata la bottiglia incendiaria contro il bancone dove era situata la reception. A lanciare l’allarme è stato lo stesso proprietario della struttura che ha provato a spegnere le fiamme.

Nel paesino, che si trova nella Valle Sabbia, sembra che ci sia un forte malcontento per l’arrivo dei richiedenti asilo. Almeno questo è il pensiero che il sindaco Giuseppe Lancini ha fatto percepire. Per il momento, però, l’accordo con la Prefettura per avviare l’accoglienza non è stato ancora messo nero su bianco.

C’è una trattativa in corso tra la proprietà dell’albergo e la cooperativa che si occupa dell’accoglienza degli stranieri. Il sindaco, che è stato convocato anche dalla Prefettura, ha spiegato di aver riunito, nel corso della settimana, gli abitanti della frazione di Carpeneda per informarli dell’eventualità dell’arrivo degli stranieri all’albergo Eureka e di aver ricevuto una bocciatura secca sulla proposta di accoglienza da parte dei circa 400 cittadini che vivono nella zona.

Nel paesino in provincia di Brescia si trovano già 23 richiedenti asilo. Poi sono arrivate anche le molotov e le conseguenti indagini da parte delle autorità.

L'Europa se ne infischia

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che se l’è presa con l’operato del Governo: “Ogni episodio di violenza legato all’invasione clandestina, che condanniamo, è responsabilità”, ha sottolineato il numero uno del Carroccio, “di un governo complice e incapace che sta trasformando le città italiane in campi profughi”.

Che sull’accoglienza serva un intervento rapido è pensiero comune di tutte le forze politiche. Anche Stefano Pedica, eurodeputato del Partito democratico, ha invitato a trovare una soluzione con l’Europa e non populistica (chiaro riferimento a Salvini). Perché con la bella stagione gli sbarchi sono quotidiani con l'arrivo di migliaia di disperati. L’Italia di fronte alle parole, per adesso solo parole, da parte dell’Europa, sta provando ad alzare la voce. L’ultima proposta, ipotizzata dal ministro dell’Interno Marco Minniti, andrebbe verso la chiusura dei porti alle Ong straniere. Vedremo nei prossimi giorni quali sviluppi vi saranno.