Non si sono fatte attendere poi tanto le motivazioni che hanno portato Antonio Conte alle dimissioni da allenatore della Juventus. La scorsa settimana la notizia ha sconvolto non solo i tifosi juventini ma tutti i calciofili italiani. La motivazione che lui ha dato in video era la mancanza di stimoli e di energia, lui che ha sempre dato tutto, e la volontà di prendersi del tempo per se stesso prima di buttarsi in un'altra avventura. È vero, questo è uno dei motivi. Uno tra i tanti.

Le vere motivazioni

Alla base delle dimissioni di Conte da allenatore della Juventus c'è anche tanto altro.

Ci sono prima di tutto degli attriti con la società. Degli attriti che non nascono oggi ma che, come i tifosi juventini ben ricorderanno, risalgono ad almeno un anno fa quando Conte disse, ad inizio Calciomercato, che voleva una squadra che gli garantisse di disputare una buona Champions League. È vero che sono arrivati Tevez e Llorente, ma molti dei nomi che lui aveva fatto (Jovetic, Hummels, Higuain e Sanchez) non sono mai arrivati.

Conte si accontentò e tutti sappiamo com'è andata a finire. La scorsa primavera, a campionato ormai vinto, si è ripresentato lo stesso problema. Conte vuol vincere la Champions League, e non se l'è sentita di fare la stessa figura di 365 giorni prima quando ha detto che sarebbe rimasto solo con una rosa in grado di vincere in Europa, ma poi sapeva benissimo che quella squadra non sarebbe stata capace di arrivare fino in fondo.

A questo va aggiunto che, dopo 3 anni disputati al massimo, Conte si era reso conto di aver spremuto tanto i suoi ragazzi e non era sicuro di riuscire a motivarli e stimolarli per poter ripetere la grande stagione passata, magari arrivando anche in fondo alla Champions League. Per questo ha chiesto una rivoluzione, con 7-8 elementi di spicco nuovi.

Il mercato è andato avanti ma l'allenatore si è reso conto che poco sarebbe cambiato. Solo tre sono stati gli acquisti di rilievo (Morata, Evra e Iturbe che poi non è arrivato proprio a causa delle dimissioni di Conte) mentre i tanti calciatori richiesti come Sanchez e soprattutto Cuadrado non sono arrivati. Il primo per costi troppo elevati, il secondo perché con la Fiorentina non si può trattare.

Per non parlare poi di Marcelo, Fabio Coentrao, Adriano e altri ancora.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata, oltre al mercato, anche il fatto che Conte voleva preparare la squadra con un ritiro più tranquillo in una località in cui i bianconeri avrebbero soggiornato per diversi giorni, e invece per questioni di sponsor sono stati obbligati ad optare per il tour massacrante in Indonesia, Australia e Singapore. Uno stress a cui Conte ha deciso di non sottoporsi e che quindi l'ha portato a rispolverare la vecchia idea dell'anno sabbatico. Si spiegherebbe anche così la porta aperta lasciata per il futuro: Conte è disponibile a tornare tra un anno o due, e sapendo dell'accordo con Pogba che il prossimo anno potrebbe partire, sa benissimo che con un budget di 80-90 milioni potrebbe ottenere la Juventus che sogna.