L'immagine di Neymar, in lacrime, in conferenza stampa è stata una sorta di rito catartico per tutto il Brasile in vista della finale per il terzo posto contro l'Olanda: un gesto da vero capitano coraggioso quello di Neymar, da molti dipinto come un ragazzino viziato e bizzoso, spesso provocatore in campo, a volte simulatore. Quello che esce da questo disastroso Mondiale è una persona profondamente più matura. Ieri si presentato a Teresopolis, al ritiro della Seleçao, camminando con le sue gambe e senza sedia a rotelle, per abbracciare i compagni di squadra reduci dal 7-1 contro la Germania.

Allenamento sospeso…

"Sono venuto qui per rassicurare tutti e dare un segno di vicinanza alla squadra. È come se ci fossi stato anche io in campo contro la Germania, mi sento come se anche io avessi perso 7-1 - ha detto Neymar rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se il Brasile avesse perso per via della sua assenza - forse avremmo perso lo stesso, forse no. Sono stati sei minuti di follia nei quali abbiamo voluto a tutti i costi riparare le cose e abbiamo finito per romperle in modo irrimediabile. Succede, è il calcio".

Scolari, criticatissimo anche dal suo agente, Wagner Ribeiro, che ha definito il CT 'presuntuoso, ignorante e arrogante' non si è dimesso: "E perché dovrebbe? Ha fatto un buon lavoro sono stati i sei minuti più drammatici della storia del calcio brasiliano.

Purtroppo capitati nel momento peggiore per il nostro torneo".

Quanto al suo infortunio Neymar non porta rancore: "Zuniga mi ha chiamato, mi ha chiesto se avevo intenzione di agire legalmente contro di lui e gli ho risposto di no, che la cosa è perdonata, dimenticata. Certo… bastavano pochi millimetri ed ero sulla sedia a rotelle per tutta la vita".

E qui Neymar si commuove: il fatto che non ci siano state conseguenze neurologiche dalla frattura della sua vertebra è stata una casualità davvero molto fortunata. I suoi tempi di recupero saranno rapidi: "Penso di potermi ricominciare ad allenare con qualche cautela entro un mese". E sul suo pronostico per la finale ha sorpreso tutti: "Spero che vinca l'Argentina perché i miei amici Messi e Mascherano se lo meritano".

O forse perché nessuno in Brasile riesce a perdonare alla Germania l'umiliazione subita: anche se questo potrebbe significare vedere vincere l'odiato rivale che da settimane ti prende in giro per le strade tirando fuori i fantasmi del passato e urlando di gioia dopo il dramma del presente.