Archiviata la seconda giornata di Champions, torna in scena l'Europa Leagueche questa sera vedrà impegnata (oltre naturalmente a Napoli, Fiorentina e Torino) l'Inter di Walter Mazzarri: dopo il mortificante 1-4 casalingo di domenica con il Cagliari, la squadra nerazzurra è obbligata a offrire una prestazione di livello contro gli azeri del Qarabag. Mazzarri in bilico? È la domanda che un po' tutti, giornalisti e addetti ai lavori, si pongono: Mazzarri si gioca davvero il futuro tra Qarabag e Fiorentina? Evidentemente no, anche perchè a questo punto della stagione sarebbe assurdo cambiare in corsa la guida tecnica della squadra quando questo, eventualmente, si sarebbe potuto fare in estate.

Ma soprattutto, è vero che la debacle di domenica ha infastidito tifosi e società in primis, ma è vero anche che fino a prova contraria l'Inter si trova ancora in corsa su tutti i fronti, e il terzo posto in campionato, nello specifico, sembra tutt'altro che un obiettivo impossibile da raggiungere. Che poi il tecnico di San Vincenzo non sia entrato ancora totalmente in sintonia con il mondo-nerazzurro è un fatto più che un'opinione, e non è stato di certo il risultato negativo di domenica a dimostrarlo: Mazzarri, come da lui stesso ripetuto, viene da altri tipi di "realtà" calcistica (Napoli, Sampdoria, ecc.), ed evidentemente non è ancora riuscito (e forse non riuscirà mai) a metabolizzare al meglio il fatto di essere allenatore dell'Inter.

Più che altro pare non aver ben compreso in quale contesto si trovi, quali aspettative abbiano i tifosi, e quanto questi si attendano dalla squadra. Il livello tecnico e la "caratura" dei singoli in rosa non sono certo paragonabili a quelli degli anni di Mancinie Mourinho(di questo l'attuale tecnico non ha assolutamente colpa), questo è sotto gli occhi di tutti, ma l'Inter è, per blasone e storia, pur sempre una grande squadra e i tifosi si aspettano che sia condotta di conseguenza: Mazzarri è indubbiamente un buon tecnico, ma forse non ha il pedigree adatto per una squadra di questo livello.

Se i suoi non hanno la forza di fare il salto di qualità, lo deve fare lui: o meglio, se la squadra non è oggettivamente da primi tre posti, è lui che deve metterci del suo per raggiungere l'obbiettivo, anche perchè (senza cadere nella demagogia) percepisce uno stipendio da top player e in quanto tale ci si aspetta che porti i risultati da "valore aggiunto".

In ogni caso, il tempo è ancora dalla parte di Mazzarri, toccherà a lui ora zittire una volta per tutte la critica: dimostrare di essere un tecnico "da big" passa anche per il modo in cui si riesce a trasmettere alla squadra voglia di vincere e lottare, specialmente dopo un risultato come quello di domenica. D'ora in poi i suoi dovranno far vedere "di avere le palle". E anche lui.