E’ bastata una clamorosa vittoria per 4 a 1 in casadell’Inter con il suo Cagliari, per riportare alle glorie del calcio italianoZdenek Zeman, allenatore boemo dal calcio ultra offensivo e dal lavoro duro“vecchio stile”, che se è vero che non ha vinto niente in carriera, ha comunqueaccumulato una lunga fila di simpatizzanti ed estimatori, ma anche dicalciatori lanciati poi divenuti la fortuna delle squadre. Tra i simpatizzantie gli estimatori non ci troviamo sicuramente gli juventini, specie per leaccuse di doping che il tecnico lanciò anni fa nei confronti della Juventus diLippi, dove alcuni giocatori si erano gonfiati oltremodo (con frasi del tipo“Del Piero sembrava un armadio).

E tra questi men che meno l’intellettualefrequentatore dei salotti televisivi, con il suo fare filosofeggiante e la suagestualità, Gianpiero Mughini. Proprio con quest’ultimo, Zeman ha avuto unadiatriba lo scorso lunedì sera, nel corso della trasmissione Tiki Taka, in ondain tarda serata su Italiauno ogni lunedì. Ma tra un battibecco e l’altro, si èlasciato anche sfuggire un particolare sul proprio passato.

Alle accuse di Mughini, Zeman risponde: “Preciso che sononato nel '47, mio zio nel '46 (trattasi di Čestmír Vycpálek) è stato acquistatodalla Juventus. Per tanti anni ho dormito con la maglia della Juventus. Se voinon riuscite a distinguere tra le persone che hanno fatto bene o male alcalcio”.

Dunque, precisa ancora una volta che non ce l’ha con la Juventus inparticolare, ma con chi nel calcio fa il furbo e si comporta in modoanti-sportivo.

A risposta di Mughini, Zeman contrattacca: "Per voi,quindi, calciopoli e i farmaci non esistono...". Al chè Mughini sbroccadefinitivamente: "No Zeman, i farmaci esistono, solo che se andavano afrugare negli armadietti di tutte le squadre italiane, trovavano, farmaco piùfarmaco meno, tutta quella roba li (che hanno trovato negli armadiettibianconeri)" "Questo lo dice lei" chiosa Zeman sornione.

Mughinipoi riconosce la bravura di Zeman come allenatore, ma non lo avrebbe mai volutonella sua Juve. L’allenatore è stato anche ospite alla perenne Domenicasportiva su Raidue. Il calcio italiano è così: basta una vittoria clamorosa perfarti diventare eroe e qualche sconfitta per farti diventare un brocco.