Smaltita la gioia naturale per il risultato fondamentale ottenuto sul campo del Malmoe e in previsione di una sfida avvincente contro l'Atletico Madrid, bisogna analizzare con attenzione alcuni particolari che di certo danno ad Allegri da pensare e da lavorare. Sembrano oramai assorbiti gli schemi che il CT ha portato in campo e anche i tifosi hanno praticamente oramai sostituito nei loro cuori Conte con Massimiliano Allegri, senza per questo dimenticare ciò che ha significato Antonio negli ultimi tre storici anni. Tuttavia rivedendo al rallenty la partita vinta a Malmoe non possono passare inosservate un paio di situazioni che certamente devono essere prese in seria considerazione, come sicuramente staranno già facendo Allegri e il suo staff.

Tante, troppe le occasioni sprecate. Il risultato poteva essere rotondo ed invece solo a pochi minuti dalla fine è arrivato il secondo goal, quello della tranquillità. Non è la prima volta che vediamo la Juve macinare occasioni senza però concretizzare in maniera netta e "cattiva". Se questo nel campionato italiano non è un problema enorme, lo diventa in Champions, dove ci si ritrova spesso con poche occasioni che devono assolutamente essere sfruttate. Il Malmoe era oggettivamnte inferiore tecnicamente e quindi è andata bene così, ma l'Atletico prima e poi, a seguire in caso di augurabile e augurata qualificazione, squadre del calibro del Bayern o del Real, quante occasioni concederanno? Su questo necessita serio lavoro e serie scelte.

Ma contro il Malmoe abbiamo assistito anche ad un altra situazione, ripetutasi più volte, che di certo deve far drizzare le antenne ad Allegri e compagni. Pirlo è l'anello forte dell'azione di attacco e contemporaneamente l'anello debole nelle situazioni in cui chiudere le azioni di attacco avversarie. La sua visione di gioco, i suoi lanci, le sue punizioni, sono tutta classe pura di altissimo livello mondiale, ancora oggi.

Tuttavia il Malmoe ha fin troppo spesso provato a lanciare e rilanciare nella zona di Pirlo che puntualmente non ha saputo dare supporto alla difesa e, facendosi scavalcare, ha dato ampio spazio ai tentativi avversari. Ovviamente l'età fa la sua parte ma di certo questo è un punto che crea debolezza e costringe il tecnico juventino ad affiancargli coperture idonee per andare tempestivamente a coprire e chiudere.

Ciò però comporta che il centrocampo ne risulta penalizzato in fase di ripartenza avendo dovuto sempre arretrare qualche giocatore più frizzante e fresco a fianco di Andrea. Rinunciare alla classe propositiva di Pirlo sembra illogico e parallelamente sapere che costantemente c'è un punto di debolezza nella fase di copertura, oltretutto molto vicino alla difesa, non è un problema da poco. Il divario in campionato è oggettivamente ampio, escludendo Roma e pochissime altre, ma al passaggio del turno Champions arrivano squadre che non ti concedono molte occasioni e che se riescono a bucare la difesa possono farti molto male. Buon lavoro, Massimiliano!