Nulla di fatto al processo Calciopoli, nato dalla vicenda che, nove anni fa, sconvolse il mondo del calcio. Prosciolti per avvenuta prescrizione i principali protagonisti accusati, sui quali la Cassazione si è espressa in via definitiva. In pratica i reati sono stati commessi ma è passato troppo tempo per poterli sanzionare. Il processo aveva sconvolto pesantemente il mondo del pallone e tutta l'Italia che al calcio dedica tempo ed energia. Se ce ne fosse stato bisogno, veniva colpito quell'aura di bellezza dello sport, portando tutto ad un livello dove contava il potere ed il denaro.

Le accuse erano molto pesanti. Esisteva un'organizzazione che di fatto faceva capo a Luciano Moggi ed Antonio Giraudo, due fra i massimi dirigenti della Juventus fra il periodo tra il 1994 ed il 2006, che pilotava le designazioni degli arbitri ma determinava anche le loro carriere. Accusati di fare parte di questo sistema fischietti e dirigenti di società. In tutto decine di accusati.

Il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la conferma delle condanne, a due anni e quattro mesi per Luciano Moggi e ad un anno e otto mesi per Giraudo. Ma la corte di cassazione, dopo sei ore di camera di consiglio, ha deciso attorno all'una di notte di oggi 24 marzo, che effettivamente l'impianto accusatorio era condivisibile, che esisteva un'associazione a delinquere, ma ormai è troppo tardi, e tutto decade a causa della prescrizione.

Ci si interroga se questo dilungarsi dei tempi di giudizio sia stato fatto apposta per dare un colpo di spugna alla brutta faccenda.

Per quanto riguarda il mondo degli arbitri, annullata la condanna all'ex designatore Pierluigi Pairetto. Scagionati dalle accuse Paolo Bertini ed Antonio Dattilo. Rimane la pena di dieci mesi, sospesa, a carico dell'altro arbitro, Massimo De Santis, che aveva partecipato alla Coppa del Mondo nel 2006, che aveva rinunciato alla prescrizione.

Nove anni fa i magistrati di Napoli indagarono formalmente 41 persone, e controllarono 19 partite della Serie A del 2004-2005 e 14 partite del 2005-2006. I pubblici ministeri di Torino invece esaminarono i trasferimenti di denaro del presidente della Juventus Antonio Giraudo verso sospetti conti falsificati, ed anche per evasione fiscale.

Alcuni giocatori tra cui Gianluigi Buffon, Enzo Maresca, Antonio Chimenti e Mark Iuliano invece furono indagati per gioco d'azzardo in quanto avrebbero fatto in modo di modificare l'esito dei risultati di partite sulle quali avevano scommesso. Questo "nulla di fatto" in pratica fa capire quanto sia lenta la giustizia in Italia, e che da un originale reato, abbastanza grave, alla fine se ne esca fuori non per non aver commesso il fatto, ma per lentezze burocratiche. Oggi, come nove anni fa, il mondo dei tifosi non può che esserne deluso.