La telenovela è finalmente terminata, anche se con colpevole ritardo. In quest'articolo proviamo a spiegare com'è andata realmente. Vincenzo Montella è furibondo a Gennaio per il calciomercato, non può prevedere ancora l'esplosione di Salah e giustamente si aspettava altri innesti, ma davanti alla stampa quasi nulla traspare, mentre a dirigenti e proprietà esterna le proprie idee. Le cose però cambiano repentinamente, perchè Salah si rivela un fenomeno e per un mese e mezzo vince le partite quasi da solo, tutto questo fino a quando nell'ultima parte della stagione, in poche settimane la Fiorentina esce da tutte e 3 gli obiettivi stagionali (Europa League, Coppa Italia e dalla lotta per il 3' posto in Campionato che vale la Champions). Montella ci mette del suo, sbagliando nelle due formazioni da opporre al Siviglia e, soprattutto, schierando solo riserve per un mese e mezzo in Campionato, scelta folle che porta la Fiorentina a perdere in casa anche contro il già tranquillo Verona ed addirittura contro il già virtualmente retrocesso Cagliari.

Solo con quei 6 punti, senza contare gli altri persi per colpa del turnover (4 sconfitte consecutive), i viola avrebbero terminato il Campionato secondi in classifica.

A quel punto Montella sbotta, ma stavolta lo fa sbagliando obiettivi: non riconosce infatti le sue colpe evidenti, ma punta il dito contro i tifosi che lui definisce ingrati (Noi miliardari abbiamo dato più di quanto abbiamo ricevuto dai tifosi) e spara giù tante altre frasi fuori da ogni logica. Andrea Della Valle non replica, anzi lo giustifica davanti alla stampa, parlando di frasi dettate dall'amarezza del momento.

La situazione però non cambia: anche a freddo Montella non cambia registro, ma molto "intelligentemente" spiega che la sua accusa ai tifosi era dovuta alla mancanza di chiarezza della proprietà sugli obiettivi presenti e futuri.

I Della Valle ancora una volta restano zitti, forse anche per preservare dalle polemiche la squadra che deve ancora conquistare la matematica dell'Europa League in Campionato, ed alla vigilia dell'ultima giornata di Serie A presentano chiaramente a Montella il programma futuro della Fiorentina: 15 milioni circa da mettere sul calciomercato, oltre a quelli dell'autofinanziamento e delle cessioni, la conferma dei big tranne Mario Gomez, che lo stesso Montella ha ormai bocciato.

Le parti sembrano riavvicinarsi, Montella lascia trasparire messaggi ottimistici e i Della Valle si attendono una chiamata di Montella, come da accordi.

Si arriva a Giovedì sera, e nonostante Montella sia tenuto a rispettare il contratto e la Proprietà gli abbia comunque dato ampia facoltà di decidere, il tecnico napoletano non risponde nè sì e nè no e lo fa solo quando è obbligato da un comunicato ufficiale della Società.

Tutto questo mentre lui stesso continua a chiedere la rimozione della clausola da oltre 5 milioni, che chi desidera ingaggiare come allenatore, deve pagare alla Fiorentina per poterlo liberare, come da contratto.

L'esonero di ieri sera diventa quindi l'unica decisione possibile, frutto di un atteggiamento volutamente provocatorio ed offensivo tenuto da Montella nei confronti della proprietà, con il quale Montella voleva esser liberato o, al massimo, restare un altro anno, controvoglia, in cambio della rimozione di quella clausola dal contratto. Dispiace solo che una parte della tifoseria, quella più ingenua, non abbia capito come stanno realmente le cose: ora attacca la proprietà e, appunto, quasi tutti i papabili nuovi allenatori a prescindere, così da rischiare di rendere più complicato l'inizio della nuova stagione della Fiorentina.