Nuvole sul cielo di Madrid, sponda blancos. Per il Real, la stagione 2015-2016 rappresenta l'anno zero, per tanti motivi. Anzitutto, l'addio di Iker Casillas dopo diciotto anni con indosso la camiseta blanca, giorno e notte. Il portiere è stato definitivamente scaricato dal presidente Florentino Perez e si è accasato, col magone, al Porto.

Poi, l'addio a Carlo Ancelotti - che ha fatto vincere la tanto agognata decima Champions League, senza però portare a casa lo scudetto - e l'arrivo in panchina di un allenatore spagnolo (dopo sei anni di tecnici non iberici) e sui generis.

Un integralista del gioco, che risponde al nome di Rafael Benitez.

Rafa non è reduce da stagioni esaltanti, così come il Real arriva da una stagione fallimentare, che ha visto il nemico storico del Barcellona cogliere un entusiasmante Triplete, il secondo nel giro di pochi anni. Dopo i fasti in Spagna con il Valencia e in Inghilterra con il Liverpool, Benitez ha fallito all'Inter - cacciato a gennaio dopo un girone d'andata sciagurato, causa anche infortuni - e al Napoli, dove ci si aspettava di più.

Ora il salto di qualità e l'arrivo al Bernabeu. Ma il cielo sopra la parte bianca di Madrid è nuvoloso. Non è un segreto che Cristiano Ronaldo abbia - e da tempo - mal di pancia, meditando l'addio.

Ma salvo clamorose offerte del Paris Saint-Germain, CR7 resterà nella capitale spagnola. E non è neanche un segreto che il numero due del mondo non abbia digerito ancora l'arrivo di Benitez, che lo convince poco.

Cristiano non lo ritiene un vincente e teme che quest'annata possa terminare con l'ennesima delusione, sia sul versante campionato - dove il Madrid deve tornare a trionfare - sia sul versante europeo.

La convivenza tra i due è difficile ed è già partita con qualche difficoltà di troppo. Riuscirà Benitez a conquistare Cristiano Ronaldo? Riuscirà il portoghese a smussare le sue titubanze e a fidarsi dell'integralismo di Rafa? I tifosi del Real lo sperano, perché sono stufi di spendere così tanto e di vincere così poco.