A venticinque anni merita, ovviamente, un’altra opportunità. L’ultima? Quella decisiva? Nessuno può dirlo. Mario Balotelli fa rientro in Italia, in quel Milan che tanto aveva creduto in lui già nel gennaio del 2013. Una parentesi, quella di allora, durata solo una stagione e mezza, periodo nel quale l’amore tra SuperMario e l’ambiente rossonero, dopo un inizio da favola, è andato pian piano scemando.

La trattativa lampo

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”: parole di una famosissima canzone di Antonello Venditti, riprese, ancora una volta, da Adriano Galliani.

L’amministratore delegato del Milan ha così preannunciato il ritorno dell’ex attaccante dell’Inter, che ha abbandonato Liverpool dopo un solo anno - periodo di tempo in cui non ha lasciato evidenti segni, come dimostrano i soli quattro gol all’attivo -. Operazione lampo che ha visto i Reds cedere Balotelli in prestito gratuito per una stagione, senza diritto di riscatto, con il Milan che sborserà una cifra di poco superiore ai due milioni di euro, a parziale copertura dei sei che il centravanti percepisce annualmente di ingaggio.

Sbarcato nel capoluogo lombardo, Mario è stato subito accolto dai cori di circa duecento tifosi milanisti. Un’accoglienza calda, ma di certo diversa da quella del suo primo approdo in maglia rossonera, quando un bagno di folla sottolineò il ritorno in Italia di un grandissimo talento, pronto ad esplodere definitivamente da un momento all’altro.

Quel momento, però, a distanza di tempo, non è ancora arrivato. A placare l’entusiasmo in casa rossonera, inoltre, ci ha pensato la fine della telenovela - almeno così sembra - legata a Zlatan Ibrahimovic: difficile pensare, infatti, che, con l’arrivo di Balo, possa concretizzarsi anche il ritorno dell’attaccante svedese.

Il nuovo Mario

Dopo le consuete visite mediche e la firma sul contratto, la parola è passata al campo. Niente cresta, maglia numero 45 - la stessa della prima esperienza - e subito allenamento agli ordini del tenente Mihajlovic, secondo molti l’uomo giusto per tenere a bada l’irriverente Mario. Con Sinisa non si scherza, lo hanno ben capito nella scorsa stagione sia Stefano Okaka che Samuel Eto’o.

SuperMario, anche questa volta, stando alle sue prime parole, sembra partire con il piede giusto: entusiasmo, voglia di fare e di rimettersi in gioco per dimostrare tutto il suo reale valore. Prevedere se questi buoni auspici verranno mantenuti a lungo è impossibile saperlo, soprattutto quando c’è di mezzo uno come Balotelli.

L’avventura in Inghilterra, nonostante un anno privo di gioie personali sul campo, ha concesso a Mario due grandi benefici: il primo di natura economica (sostanzioso assegno milionario versato sul suo conto bancario); il secondo di carattere esclusivamente “umano”. Dopo Javier Zanetti, infatti, ha avuto la fortuna di incrociare il suo destino con quello di Steven Gerrard - all’ultimo suo atto con la maglia dei Reds -, un altro che ha trasformato la maglia del proprio club in una seconda pelle, che ha fatto del duro lavoro sul campo e del rispetto verso gli altri la sua dottrina di vita.

Mario, adesso, avrà capito la lezione? Chissà. Nell’incertezza il Milan sembra essersi cautelato con un rigido codice etico ad personam, con la speranza che l’imposizione di alcuni divieti possa regalare al calcio italiano un Balotelli nuovo.