In questi giorni di paura e di terrore si cercano belle storie da raccontare, storie che possano dare speranza a tanti giovani che sognano un futuro migliore, ma che invece sono chiusi nei meandri di un mondo che non gli appartiene. Una bella storia è quella raccontata dal Corriere della Sera che ha ripercorso la storia di una ragazza scappata da Kabul e diventata oggi una delle star più famose del calcio femminile. Lei è Nadia Nadim, 28 anni afghana, figlia di un generale dell’esercito giustiziato dai talebani scappò a 12 con la mamma da quell’incubo, in cerca di un futuro migliore, un futuro che le potesse dare serenità dopo un'infanzia già segnata profondamente dalla crudeltà di una guerra tra popoli.

La prima tappa di Nadia è l’Italia, dopo la ragazza, grazie a dei passaporti falsi, è riuscita ad arrivare in Danimarca dove ha iniziato una nuova vita. Durante i primi e sporadici momenti di tranquillità Nadia Nadim ha iniziato a giocare a calcio con i coetanei mostrando un’attitudine particolare per quel gioco tanto popolare tra gli uomini, ma inusuale per le donne. La svolta arriva all’età di 16 anni quando la giovane ragazzina afghana, naturalizzata danese, viene ingaggiata dall’Aalborg: qui si fa subito notare per le sue doti calcistiche e, appena diventata maggiorenne, il passo per la nazionale è brevissimo.

Una speranza per gli altri ragazzi

Oggi Nadia Nadim milita nel campionato americano di calcio femminile, uno tra i più importanti, ed è diventata una stella vincendo i più importanti trofei in ambito internazionale.

La sua storia, oggi più che mai, assume un’ importanza fondamentale perché può trasmettere forza a tanti giovani che sperano un futuro diverso. La storia di Nadia è uno schiaffo alla politica di Talebani che avrebbero di certo punito con la violenza la sua voglia di affermarsi in uno sport che è sempre stato prerogativa degli uomini, ma la libertà è anche questo, la libertà è un principio che spesso in Occidente si da per scontato, ma nel mondo ci sono milioni di persone che ne vengono private.