"Con i se non si fa mai la storia" massima di Alessandro Cutolo, storico italiano, sintetizzante la prospettiva, molto spesso cinica e arida, con la quale guardiamo al flusso storico e alla vita in sé. Nel mondo del calcio tale visione è quanto mai attuale. Contano i risultati. Il risultato è l'unica statistica che conta per davvero. Eppure, negare ogni speculazione possibilistica significherebbe, secondo il nostro umile parere, uccidere il lato fantasioso del calcio. Il mondo del pallone non è fatto soltanto di risultati e bilanci o, per lo meno, lungi dell'esserlo ancora del tutto.

Immaginare cosa sarebbe potuto accadere, se un determinato evento non si fosse svolto, è illusorio ma legittimo per i tifosi. L'abolizione di ogni possibilità ipotetica,comunemente note come "chiacchiere da bar", potrebbe comportare un certo inaridimento nella cultura di questo sport. "Cosa sarebbe successo se..." è una domanda che non può essere declinata davanti a certi eventi. Cosa sarebbe successo se Ronaldo non fosse stato stato colpito da una crisi epilettica la sera prima della finale mondiale del '98? Cosa sarebbe successo se Zidane non avesse tirato una testata a Materazzi ? Vorremmo concentrarci, però, su un interrogativo meno clamoroso, un giocatore non molto noto. Un'enigma fin dall'inizio della sua carriera: Sebastian Cristoforo.

Sebastian Cristoforo, la storia del calciatore

Nato a Montevideo nel 1993, Sebastian Carlos Cristoforo Pepe fa il suo esordio nella massima serie uruguaiana con il Penarol il 29 Maggio 2011, debuttando a neanche 18 anni nel pareggio per 2-2 contro il Central Espanol. Quella sarà la sua unica presenza quell'anno, ma nella stagione 2012-2013 conquisterà la titolarità mettendo in mostra grandi doti.

Cristoforo è un centrocampista centrale dotato di un piede destro estremamente educato al quale unisce un'ottima visione di gioco. Corsetta lenta e ritmata, braccia attaccate al corpo e testa sempre alta: un connubio di tecnica ed eleganza. Le sue doti non restano a lungo inosservate tanto è vero che diventa subito un pilastro della selezione Under 20 dell'Uruguay, conquistando un bronzo ai campionati sudamericani e un argento a quelli mondiali.

Queste esperienze lo faranno notare anche nel vecchio continente infatti, nell'agosto del 2013, il Sevilla lo acquista per poco meno di 3 milioni. Sembrava l'inizio di una carriera eccellente, non vi erano dubbi o oscuri presagi su un talento così cristallino ma, proprio a Siviglia, inizierà un lungo calvario per il giovane. In 3 anni collezionerà appena 33 presenze, bloccato da un grave infortunio al ginocchio sinistro che lo obbligheranno a sottoporsi a due interventi chirurgici. Sono anni difficili, assisterà ai successi della sua squadra dalla panchina o come un semplice spettatore dalla tribuna. Mai protagonista dunque.

Sebastian Cristoforo, cosa sarebbe successo se non si fosse infortunato ?

La domanda sorge spontanea dunque: cosa sarebbe successo se non si fosse infortunato ? Ovviamente non abbiamo una risposta ma, nonostante tutto il suo cinismo, delle volte la vita concede una seconda possibilità. La seconda possibilità per Cristoforo è arrivata nell'estate di quest'anno quando la Fiorentina ha deciso di acquistarlo in prestito con diritto di riscatto fissato a 2 milioni e mezzo. Finora non ha avuto grandi occasioni, in campionato deve ancora fare il suo debutto ma si è messo in mostra nella partita di Europa League vinta contro Il Qarabag per 5-1. Ha disputato una partita eccellente confezionata da un delizioso assist di tacco per Kalinic.

Fatte le dovute premesse relative al basso livello della squadra azera, il riscontro sul campo del 23enne uruguaiano è stato più che positivo. Cristoforo, pur non essendo veloce, si è fatto sempre trovare nella posizione giusta, mostrandosi un grande catalizzatore di gioco. Potrebbe essere l'ennesimo colpo vincente di Pantaleo Corvino. Uno che se ne intende di talenti fisicamente fragili. Jovetic vi ricorda qualcosa?