Anche per il Noto Calcio quest’anno è arrivato ai titoli di coda. Un duemilasedici che sicuramente non sarà ricordato positivamente dai tifosi granata, avendo le carte in regola per poter essere definito, in cinquantatré anni di storia granata, l’annus horribilis: l’anno in cui l’avventura in Serie D è stata bruscamente interrotta, l’inevitabile epilogo di un triennio di crisi.

Per i granata gennaio è da incorniciare, febbraio da dimenticare

Se, in società, si guardava all’estremo oriente come fonte di stabilità economica, sul campo, una rete del nuovo arrivato Mosciaro, al 75’, archivia la prima di ritorno col Due Torri.

Segue l’1-1 in casa dell’Aversa Normanna e due pareggi ad occhiali con Sarnese e Roccella. Alla bella vittoria nel derby casalingo con la Leonfortese, un 2-0 che porta le firme di Bertolo e Caruso, segue un immeritato capitombolo in terra campana, dove i padroni di casa della Cavese ribaltano con due reti l’iniziale vantaggio granata, dando il via ad una clamorosa inversione di tendenza: nei quindici giorni successivi, le sconfitte con Vigor Lamezia, Rende e Marsala portano all’esonero del tecnico Cacciola.

Alla vigilia del derby aretuseo, la società affida il Noto alle cure di Pippetto Romano, già allenatore durante la stagione precedente. Al “De Simone”, Ferla e compagni cedono sotto i colpi di Porcaro e Catania, consegnando al Siracusa la vittoria del derby.

Il successivo pareggio interno con i calabri della Vibonese, un 2-2 tutto cuore, rappresenta l’unico risultato utile della seconda avventura di Romano a Noto. Il tecnico licatese, infatti, non ricevendo rassicurazioni nell’ottica dell’incombente crisi, decide di abbandonare la navicella granata, seguito da un nutrito gruppo di calciatori.

Partiti appena in tredici per Frattamaggiore, alla trentunesima di campionato i granata fermano sullo 0-0 la corsa di una Frattese reduce da quattordici vittorie di fila.

Tornato Cacciola comincia lo sprint finale per la salvezza

Passato il timone della società ad Armando Albanese, e ricevute le necessarie rassicurazioni, il ritorno di Cacciola, insieme a parte degli atleti andati via con Romano, funge da innesco per un nuovo filotto di risultati positivi: dopo aver pareggiato negli incontri con Gragnano, Scordia e Palmese, una doppietta di Caruso permette ai granata di stendere l’Agropoli nel delicato scontro-salvezza.

Le reti di Ficarrotta e Mosciaro, poi, bloccano il Reggio Calabria nello storico scontro al “Palatucci”. L’ultima di campionato, giocata a Vallo della Lucania, si conclude con un pareggio a reti inviolate.

Ferla e compagni chiudono il campionato a quota quarantuno punti, potendo festeggiare il rompete le righe con due primati: difesa meno battuta del campionato insieme alla capolista Siracusa, e maggior numero di pareggi in condominio con il Città di Gragnano. Per un Noto rimasto nuovamente senza timoniere, e in una situazione economica allarmante, si prospetta invece l’ennesima estate rovente.