Una telenovela infinita: ennesimo slittamento della data del Closing per il passaggio del Milan ai cinesi. Inizialmente l'accordo, raggiunto e approvato dal consiglio d'amministrazione di Fininvest, prevedeva che entro e non oltre il 12 dicembre 2016, Sino Europe Sports versasse nelle casse della stessa holding italiana una seconda caparra di cento milioni, successivi ai primi cento già accreditati alla firma del contratto preliminare di compravendita. Questo quanto emerse dal precedente comunicato ufficiale.

L'accordo raggiunto il 5 agosto dello scorso anno tra il Cavaliere e i futuri proprietari del Milan a Villa Certosa, nell'incantevole Sardegna, contemplava il pagamento di cinquecentoventi milioni di euro per il 99,98% delle quote societarie del club, con la promessa di assicurare il risanamento dei debiti ed una somma da investire sulle sessioni di calciomercato future: conti e dati alla mano, la Sino ha erogato i primi cento milioni a Fininvest in due tranches: la prima da quindici, l'altra da ottantacinque milioni.

In seguito, una nota ufficiale congiunta di Fininvest e del fondo d'investimento cinese Sino Europe Sports ha comunicato il raggiungimento di un accordo di massima, che definisce e stabilisce il rinvio al giorno 28 febbraio di quest'anno, termine ultimo entro il quale portare a termine la tanto attesa e discussa operazione relativa all'acquisizione delle quote societarie della società sportiva A.C. Milan. Firma sulla cessione rimandata, con l'impegno - ormai noto - degli investitori a versare una seconda caparra da cento milioni di euro. Adesso si viene a sapere che nemmeno la nuova data verrà rispettata: tutto è stato rinviato al 3 marzo.

Si continua a tergiversare

Altro tempo prezioso a disposizione, quindi, del fondo cinese, per racimolare tutti i liquidi necessari a concludere la questione e ad acquistare la società di Via Aldo Rossi. Ma si attende ancora il nulla osta dal governo cinese per l'esportazione dei capitali.

Fininvest, in via del tutto eccezionale, ha concesso alla S.E.S. più di due mesi, un extratime ancor più elastico dei trenta-quarantacinque giorni tollerati dall'ex Premier berlusconi. Cosa accadrà, adesso? Il mercato di riparazione invernale è cominciato, ed il Milan dovrà ancora percorrere l'ostica, tortuosa, desolata, ma conosciuta strada dell'autofinanziamento.

La prima caparra versata dai futuri proprietari è vincolata sui conti della finanziaria d'investimento di proprietà di Berlusconi, come lo sarà la prossima ed eventuale "caparra-bis": ad oggi non è scontato, né previsto, l'impegno e la garanzia su un ipotetico extrabudget per rinforzare il team. Ma con questo Milan in zona Europa League (ma con due gare da recuperare) è possibile ipotizzare un aiuto in extremis da parte dell'ex Presidente del Consiglio.

L'unica certezza è che le scelte strategiche, in vista della finestra di mercato di gennaio, saranno studiate, concordate e condivise. L’approvazione della proroga richiesta dalla Sino Europe Sports - sottolinea e rimarca in modo deciso Berlusconi - prevede che la metodologia di impostazione e di gestione di tutte le attività del Milan, fino alla data che sancirà la fine dell'era Berlusconi ed il conseguente passaggio di proprietà, continuerà a basarsi sul principio di compartecipazione. Rossoneri nel limbo, dunque, a metà strada tra Arcore e Pechino, in attesa del "terzo giorno di marzo".