Quanto accaduto nel torinese tra i dilettanti, con un ragazzo aggredito e picchiato dopo aver difeso da insulti razziali il compagno di squadra senegalese, riporta ai disonori della cronaca un grave problema del calcio. In Italia c'è stato un vertiginoso crescendo di episodi dalla fine degli anni '80 in poi, perfettamente coincidente con l'aumento massiccio di tesserati dall'estero. Il primo caso che ci viene in mente è quello di Ronny Rosenthal, attaccante israeliano che nel 1989 venne acquistato dall'Udinese e fu oggetto di minacce antisemite dalla frangia più estremista degli ultras friulani.

L'ex giocatore di Liverpool e Standard Liegi venne poi 'tagliato' dopo le visite mediche per un presunto problema alle vertebre, il diretto interessato citò in giudizio l'Udinese per 'danni morali' perché, a suo modo di vedere, il contratto venne rescisso per le pressioni dei tifosi. La pretura di Udine gli diede ragione, venne risarcito dal club bianconero. Nel 1996 fece scalpore il caso legato a Maickel Ferrier, ventenne calciatore olandese di colore in procinto di passare al Verona. Le contestazioni razziste di una parte della Curva scaligera spinsero la società a rinunciare all'acquisto.

Anche Samuel Eto'o tra le 'vittime'

Particolarmente sentito il caso di Akeem Omolade, attaccante nigeriano acquistato dal Treviso, in serie B, nel 2001.

Alla sua prima apparizione tra i cadetti sul campo della Ternana, un gruppo di tifosi trevigiani inscenarono una protesta razzista, ma furono sommersi dai fischi di tutto lo stadio. Nella giornata successiva, in occasione di Treviso-Genoa, tutti i compagni di Omolade ed anche il tecnico, Mauro Sandreani, gli manifestarono solidarietà entrando in campo con il volto dipinto di nero.

Andando avanti con gli anni, abbiamo il difensore ivoriano del Messina, Marco André Zoro, che nel corso di della sfida con l'Inter del campionato di Serie A 2005/2006, stanco di sentire insulti razzisti dagli spalti si impadronisce del pallone e, con la sfera sottobraccio, esce dal rettangolo verde in segno di protesta. Sarà trattenuto dai giocatori interisti Martins ed Adriano, poi a fine partita la società nerazzurra gli chiederà ufficialmente scusa.

A proposito di Inter, i cori razzisti non hanno risparmiato nemmeno un attaccante celebrato e vincente come Samuel Eto'o. Accadde a Cagliari nel 2010, ma alla fine del primo tempo il bomber camerunese rispose alla sua maniera: andò in gol e sbeffeggiò i tifosi che lo avevano insultato mimando le movenze di una scimmia. Incredibile invece l'episodio del 2013 che riguardò Kevin Prince Boateng. Allo stadio di Busto Arsizio si giocava una semplice amichevole tra la locale Pro Patria ed il Milan, poco prima della mezz'ora del primo tempo Boateng calciò con rabbia un pallone in direzione di uno spicchio dello stadio, dal quale provenivano insistiti cori razzisti di una trentina di tifosi. Il Milan abbandonò il campo e la partita venne sospesa.

Nella circostanza, i cori dei supporters della Pro Patria non risparmiarono altri giocatori rossoneri di colore come Muntari, Niang ed Emanuelson. Gara sospesa, anche se poi ripresa dopo 4', nello scorso campionato di serie A tra Lazio e Napoli, a causa dei continui insulti nei confronti di Kalidou Koulibaly. Il difensore senegalese del Napoli, tra l'altro, è stato ulteriore oggetto di cori razzisti recentemente, allo Juventus Stadium, in occasione della gara di Coppa Italia tra bianconeri ed azzurri. Assolutamente vergognosa, infine, la querelle Lulic-Rudiger durante il derby di Roma dello scorso dicembre. Riferendosi al difensore tedesco di origine sierraleonese dei giallorossi, Senad Lulic lo definì "uno che a Stoccarda vendeva calzini ed ora fa il fenomeno".

La Lazio si è poi scusata per le dichiarazioni del centrocampista bosniaco, ma le 'tegole' per Antonio Rudiger non sono finite, alla luce di rinnovati insulti razzisti da parte della Curva laziale durante il derby di Coppa Italia.