Oggi, con un’accurata analisi pubblicata sulle prime pagine, la Gazzetta si è spinta a definire la nazionale italiana del futuro potenzialmente devastante, una generazione X, quella dei nati negli anni ’90, che può far la fortuna del calcio nostrano assicurandoci un decennio di prosperità e, si spera, di vittorie. Ma sarà davvero così? Faremo davvero paura a tutte le nazionali più blasonate?

I vari Belotti, Gagliardini, Rugani, Spinazzola e Pellegrini riusciranno realmente a competere con i top player delle altre nazioni che intanto si stanno affermando?

I presupposti ci sono tutti e quanto visto nella sfida all'Olanda all’Amsterdam Arena qualche sera fa è di buon auspicio. Un ct come Ventura, poi, vero maestro nello scoprire e valorizzare talenti in procinto di sbocciare, rappresenta un ulteriore volano per i baby-boomers della generazione post Russia 2018.

Molto, in realtà, dipenderà dai club in cui militano i potenziali golden boy del calcio italiano. Se davvero Juventus, Napoli, Inter, Milan, Roma e non solo Atalanta, Bologna o Cagliari (con tutto il rispetto) punteranno su questi ragazzi, considerandoli se non titolari inamovibili quantomeno pedine importanti dei rispettivi scacchieri allora davvero potremo avere una nazionale competitiva e pronta a battagliare contro qualsiasi altra selezione.

Per vincere un Europeo o un Mondiale, o per giocarsela fino in fondo, non bastano talento e organizzazione. Serve l’abitudine a giocare ad alto livello, è necessario acquisire una mentalità vincente fuori dal comune: le gambe non devono tremare quando si tratta di giocare un match ad eliminazione diretta, occorre avere nel proprio curriculum un bagaglio d’esperienza che solo chi vive stabilmente certe notti di Champions e certe tensioni da sprint scudetto può avere e utilizzare.

Anche su questo fronte, comunque, le prospettive sono promettenti. Alcuni dei neo convocati da Ventura, così come alcuni dei futuri azzurrabili, sono già punti di forza delle rispettive compagini. Pensiamo a Donnarumma nel Milan (Montella si sta dimostrando abilissimo a trarre il meglio dai suoi giovani, vedi anche i casi di Locatelli e Calabria), o a Gagliardini nell’Inter (dopo essere stato fulcro vitale dell’Atalanta delle meraviglie di Gasperini).

Rugani si sta ritagliando sempre più il ruolo di prima alternativa di assoluta affidabilità e qualità dei monumenti Bonucci e Barzagli e Chiellini (gli ultimi due soprattutto alle prese con età avanzata e qualche acciacco di troppo).

Dal mercato, poi, potrebbero arrivare ulteriori novità in grado di rendere la nazionale che sarà ancor più pronta. Il Milan sembra intenzionato a puntare forte sul talento dell’under 21 Pellegrini (attualmente in forza al Sassuolo), ma anche Roma e Juve hanno puntato gli occhi sul centrocampista, tanto che in estate potrebbe scatenarsi una vera asta per assicurarsi le sue prestazioni. Caldara, centrale che milita nell’Atalanta, è già della Juve e alle spalle della BBC potrà farsi le ossa e assaporare l’aria del calcio che conta.

Discorso simile per il terzino Spinazzola, che per corsa e personalità ricorda Zambrotta, già di proprietà dei bianconeri, il quale potrebbe ritornare presto alla casa madre dopo l’esperienza atalantina.

Senza dimenticare il capostipite di questa nidiata di talenti precoci, Marco Verratti. Il play abruzzese ha maturato la giusta esperienza in Francia con la casacca del Psg (gioca per vincere campionato e coppe europee da anni) e può essere il vero leader di questa possibile corazzata del futuro. Sarà davvero, insomma, la generazione da mondiale come immagina oggi la Rosea? Non resta che augurarcelo per riempire di nuovo le piazze italiane di festosi caroselli e di quel 'po-po-po-po-po-po-po' che nel 2006 fece impazzire gli italiani.