Se giri leggermente il colletto nella parte posteriore, si può leggere una frase che recita: "més que un club", più di un club. La gloria e la vita eterna, nelle società pre-moderne, erano attributi umani concessi soltanto agli dei. La nostra società non vive di fervore religioso, ne tantomeno offre sacrifici agli dei. Ma c’è una città nella parte catalana della penisola iberica dove il tempo si è fermato. O forse passa, ma quello scorrere di lancette illude l’anzianità. Per questo il Barcellona non muore mai. Quante volte ne è stata annunciata la morte?

“Il tiki-taka va in pensione”, “Messi non è più lo stesso”, “Il Barcellona era Guardiola”, “Con Luis Enrique è terminato il ciclo”. Ma il Barcellona è più di un club, è più di un ciclo. Il Barcellona è di più.

“Se il PSG ne ha fatti quattro, noi possiamo fargliene sei”

Si dice che agli dei sia stata concessa la possibilità di prevedere il futuro e di giostrarlo come desiderano. Per questo le persone credono che tutto ciò che succede nella loro vita sia una scelta guidata dal destino. Quando sei sotto di quattro gol e hai a disposizione 90 minuti per farne cinque e subirne zero per passare il turno, forse inizi a credere che qualsiasi destino ti venga assegnato, dovrai lasciare la passerella inevitabilmente.

Ma non se sul petto porti scritto “FC Barcelona” e hai la maglia a bande blaugrana. Però quando la rete viene violata, forse anche gli dei tornano sulla terra e riacquistano sembianze umane. 3-1 fino all’88esimo. Punizione dal limite dell’area: 4-1, Neymar. Vengono accreditati 4 minuti di recupero che diventano 5 quando Emery decide di spendere una sostituzione.

Tra gli dei dell’Olimpo

Crederci è per i folli, crederci però forse è per chi ama davvero questo sport, per chi conosce la vera forza di questa squadra. Suarez cade in area, rigore. 5-1. Palla al centro, manca un minuto e mezzo. L’aura sacra comincia a circondare i corpi di chi, per due settimane, era stato umanizzato da tutti.

Quando poi Giotto prende il pennello per disegnare una parabola perfetta e posizionare in prospettiva ottimale Sergi Roberto per illudere il fuorigioco, non puoi fare altro che vivere di gloria eterna fra gli dei dell’Olimpo.

Ai prigionieri di Michelangelo può essere rimproverato soltanto il fatto di non aver tentato fino all’ultimo di scardinare quel marmo in cui erano imprigionati, per il Barcellona invece quel marmo fatto di falsi miti e giudizi inopportuni è diventato incredibilmente debole, malleabile, scindibile. Spiegare, racchiudere la forza del Barcellona in una frase è quasi impossibile, ma “La calma è la virtù dei forti” forse descrive al meglio questa squadra, perché il Barcellona non ha fretta di dimostrare la propria forza, ne di entrare tra gli dei dell’Olimpo.

Sa che arriverà il momento, crede nei propri mezzi. Stupisce. Incanta. Chiunque abbia goduto di questa partita questa sera, avrà da raccontare una storia meravigliosa ai propri nipoti e figli, una storia che porta un nome glorioso come quello del Barcellona.