Nella brillante chiacchierata fra la Gazzetta dello Sport e Giuseppe farina, con il closing del Milan sullo sfondo, è stato purtroppo il grande assente. Non è stato presente nelle domande e soprattutto, purtroppo, nelle risposte. In un momento in cui del Milan parlano tutti ma proprio tutti, per via dei tempi lunghi della cessione della società, una fetta di notorietà è toccata anche a Giuseppe Farina, il predecessore non di Silvio Berlusconi, nemmeno questo onore ha avuto il vicentino, ma di Rosario Lo Verde, presidente per le settimane necessarie per consegnare il Club rossonero all'artefice del salvataggio dal fallimento.

Il quale poi, Silvio Berlusconi, non si è limitato a salvare il Milan ma a portarlo a più riprese sui livelli più alti d'Italia, d'Europa e del Mondo. Ma se questo salvataggio è avvenuto, un ruolo fondamentale lo ha giocato e ricoperto Gianni Nardi.

Gianni sempre nel cuore dei tifosi milanisti

"Gianni" non era Rivera. Era Nardi. Non andava in campo ad inventare, ma aveva nel cuore tanto amore per il Milan. Gianni Nardi, scomparso nell'Ottobre 2011, è stato l'unico, autentico, appassionato, anello di congiunzione fra il Milan dei primi anni '80 e la creatura di Silvio Berlusconi. Se lo è meritato perchè, rinunciando ai propri crediti nel momento cruciale del passaggio di proprietà, ha salvato il Milan.

Quali crediti? Quelli messi a disposizione del signor Giuseppe Farina nell'unica, vera, campagna acquisti fatta dal Club di via Turati in quegli anni di presidenza. Era l'estate del 1985 e il Milan acquista cinque grandi giocatori: Virdis, Hateley, Wilkins, Di Bartolomei e Terraneo. Tutto grazie a Gianni Nardi. E lo stesso Nils Liedholm torna sulla panchina del Milan, solo dopo aver avuto garanzie dal vicepresidente Nardi.

Che ha poi ricoperto lo stesso ruolo anche nei decenni della Fininvest e di Silvio Berlusconi. Amore da parte di Gianni, riconoscenza da parte di Berlusconi. Oggi "Cinese" è sinonimo, nel calcio in generale e in quello milanese in particolare, di investimenti, ricchezza, centinaia di milioni di euro. Ecco, per Farina e per il suo Milan che, nonostante le feste di matrimonio dei privati nei sabati sera di vigilia delle partite a Milanello, era terzo in classifica insieme al Napoli al momento dell'arrivo di Silvio Berlusconi, il "Cinese" ante litteram facoltoso grazie al suo lavoro e ai suoi beni personali e innamorato dei colori e dello sport era proprio Gianni Nardi.

Bellamente e naturalmente dimenticato da Farina nelle sue dichiarazioni sul Milan di venerdì scorso. Gianni non era cinese, era veneto, era completamente dedito alla sua azienda di Palazzolo Milanese, aveva un Milan Club dedicato. Era Nardi, era ed è stato importantissimo. Come ben sanno tutti i tifosi rossoneri.