Ronaldo de assis Moreira per molti è il più grande di tutti i tempi, la storia tipo di un ragazzo brasiliano diventato un personaggio in Europa, ma il cuore è sempre stato per quel paese che fa del divertimento il suo mistero. La capacità di sorridere in barba a tutte le difficoltà è la strada del successo: il fuoriclasse brasiliano infatti, all'età di otto anni era povero e orfano di padre, il fratello più grande è una giovane promessa del calcio brasiliano, ma un infortunio gli stroncò la carriera.

Il successo dei brasiliani sta anche nella capacità di lasciare scegliere alla vita il proprio destino, un destino scritto in soprannomi dei quali i brasiliani non se ne vergognano più di tanto e se lo scrivono sulla maglia.

Ronaldo era piccolo di statura, al mondiale under 20 disputato in Egitto nel 1997 serviva un modo per distinguerlo dal fenomeno, ed ecco allora Ronaldinho. Con questo nome si presenta in Europa, al PSG, si dimostra subito un fuoriclasse, ma quella non era la sua dimensione, quindi chiede di essere ceduto per disputare le coppe europee. Si era già fatto notare con la nazionale avendo vinto l'Europeo in Paraguay nel 1999 e soprattutto il mondiale in Corea-Giappone nel 2002: per questo arrivano subito le offerte di grandi club, tra questi un Barcellona, che si è visto soffiare Beckam dal Real Madrid, compra dinho per "rimpiazzarlo".

Un genio assoluto, capace di tutto con la palla tra i piedi, che si diverte e offre uno spettacolo che non ha parole per essere descritto, semplicemente lui e il pallone erano una cosa sola.

Furono celeberrimi i suoi goal contro il Real Madrid, e ovviamente non mancò la Champions e il Pallone d'Oro. L'arrivo al Milan ne segnò il declino. Il campione ha continuato a giocare qualche anno nella sua patria prima di smettere, anche se genio e fantasia non morirono mai, perché le sue giocate sono rimaste fisse e immortali nella mente di chi lo ha visto.

Ronaldinho può essere definito solo come poesia che etimologicamente significa creare, non a caso nel 2011 è stato insignito della laurea honoris causa in lettere. Oggi spegne 37 candeline, anche se per gli immortali gli anni non passano, ma te lo ricordiamo lo stesso, auguri Gaucho!