I figli d'arte lo sanno: è dura vivere nel nome del padre. Se sei uno sportivo, poi, il discorso diventa immediatamente più ampio. Un attimo e finisci nel vortice di una frase che sa di sentenza: "E' bravo, si. Ma il padre era un'altra cosa...".

Per questo ed altri motivi, si può dire senza sbagliare che Federico Chiesa è un giocatore di personalità. A soli 19 anni si è preso la titolarità con la Fiorentina, ha debuttato con l'Under 21 azzurra ed è stato premiato da Giampiero Ventura con la convocazione per lo stage di Coverciano, chiusosi oggi.

Tutto nella stessa stagione, senza che l'ombra del padre (un certo Enrico Chiesa) abbia minimamente scalfito il suo percorso...

(Pre)destino viola

Paulo Sousa di lui ha detto: "Mi rivedo in lui". Il ds Corvino, poi, ha tranquillizzato i tifosi viola: "Chiesa è blindato". Segnali di fiducia che piovono da tutte le parti, per un ragazzo che sembra davvero un predestinato.

Chiesa, dal canto suo, non ha fatto altro che confermare le proprie intenzioni di rimanere in Toscana. Anzi, è andato addirittura oltre, sfiorando l'idea di amore eterno per i colori gigliati. Queste le sue dichiarazioni in conferenza stampa, a margine dello stage azzurro: "Sarebbe bello dare quello che ha dato Antognoni. E' uno dei miei sogni.

Ora nel mirino ci sonogli Europei in programma a giugno e l'Europa League da conquistare con la Fiorentina".

Un ragazzo dalle idee chiare, idee fortissimamente viola. Per i pochi sfortunati che non lo sapessero, Giancarlo Antognoni è stato uno dei più grandi giocatori italiani di sempre. Campione del Mondo 1982, ha praticamente passato tutta la carriera con la maglia della Fiorentina: con 341 gare in Serie A detiene il record di presenze della storia gigliata ed è il giocatore che, con quella maglia, ha segnato più reti in Nazionale, sette.

Il sogno Nazionale

In soldoni, le parole del giovane Chiesa possono tradursi nel desiderio di restare a Firenze per tutta la carriera. Lui che sognava questo fin da bambino, quando giocava nella Settignanese, a due passi dai campi di Coverciano: "Allora sognavo di giocare nella Fiorentina e guardavo alla Nazionale come un obiettivo da realizzare chissà quando.

Tra 10 anni sarebbe bello essere sempre qui in viola".

Passione, determinazione e ambizione. Questi gli ingredienti del classe '97, che poi rivela l'ennesimo sogno nel cassetto: "Potrei dire di voler seguire le orme di mio padre in azzurro, ma guardando le foto dei primatisti in Nazionale per gol e presenze, dico che un giorno mi piacerebbe far parte di quella lista". Chiesa si, ma non nel nome del padre. Chiamatelo Federico.