Pioli rischia e la cosa è risaputa ormai da tempo, precisamente dal pareggio contro il Torino che poteva essere decisivo per la rincorsa Champions League; poi in successione le sconfitte contro Sampdoria e Crotone, ora un altro pareggio contro il Milan. A preoccupare però, non è tanto il 2-2 subito al novantasettesimo su col di Cristian Zapata, quanto la tenuta mentale dei nerazzurri. Fino a poche settimane fa, dopo il 7-1 rifilato all'Atalanta, Stefano Pioli veniva elogiato da tutti, ma ora le critiche iniziano ad arrivare e anche dall'interno dello spogliatoio.

La prima in ordine di tempo è quella arrivata per bocca di Joao Mario. Proprio il portoghese, nel derby di ieri 15 aprile, è risultato essere uno dei migliori, ma inspiegabilmente sembrava essere finito nel dimenticatoio e non vedeva campo da tempo. Dopo la sua sostituzione l'Inter si è sfaldata, il campione d'Europa ha accettato la sostituzione, ma nel post partita non le ha mandate certo a dire al tecnico.

La prima accusa diretta arriva da dentro lo spogliatoio

Dall'elogio "Pioli ha ridato serenità al gruppo, è l'uomo giusto", al chiaro schierarsi con gli scettici "Non so, dovrà dimostrare tante anche lui". Ecco quindi le prime vere critiche verso l'allenatore uscite dallo spogliatoio nerazzurro; arrivano per bocca di uno dei protagonisti del match di ieri.

Il portoghese Joao Mario punta il dito contro Pioli che, anche con la sostituzione del centrocampista lusitano, ha compromesso la partita, ma soprattutto il suo futuro a Milano. L'allenatore emiliano è sempre più in bilico, su di lui il forte interesse della Fiorentina. Pioli non ha saputo mantenere intatto quanto di buono aveva costruito nel suo primo periodo in nerazzurro, tant'é che dopo appena un girone esatto, tutto il castello sta crollando.

Il pareggio in extremis raggiunto nel derby d'andata aveva dato morale, quello di ieri subito a tempo ormai scaduto, ha completamente distrutto l'ambiente. Sempre più nomi a rincorrersi per sostituirlo, secondo quanto circola in ambienti ben informati, l'Inter avrebbe sondato il terreno per Conte, Simeone, Jardim, ma anche Spalletti, sempre più lontano da Roma e dalla Roma.

Idee poco chiare in casa Inter, si passa da Conte e Simeone che fanno dell'aggressività della compattezza dei reparti e della solidità difensiva i propri credo calcistici, alla spregiudicatezza di allenatori come Jardim e Spalletti, molto più votati al gioco d'attacco.

L'indecisione dell'Inter

Regna quindi l'indecisione, anche se l'unica certezza è quella serva una vera e propria svolta, qualcuno in grado di tenere in mano le redini dello spogliatoio e della squadra, finché il triplice fischio non sancisca la fine del match. Serve un allenatore alla Conte o alla Allegri, che è riuscito col tempo e con la sua proverbiale serenità (non quando è in panchina), a far sparire tutte le critiche piovute al suo arrivo a Torino.