Nulla da fare per la Roma, nulla da fare per Kevin Strootman: il centrocampista olandese dei giallorossi non potrà scendere in campo né domenica a San Siro contro il Milan (20.45) né una settimana dopo (domenica 14 maggio, ore 20.45) in casa contro la Juventus.

La Corte Sportiva d'Appello nazionale, infatti, ha respinto il ricorso presentato dalla società capitolina contro la squalifica inflitta allo stesso Strootman per la simulazione avvenuta durante il derby contro la Lazio. L'olandese, ingannando l'arbitro, era riuscito a procurarsi il rigore poi trasformato da De Rossi, che era valso il momentaneo 1-1.

"Strootman ha saltato perché voleva evitare un forte contatto con Wallace, non per simulare un fallo", aveva cercato di difendersi la Roma, ma fin dai primi momenti si era capito che l'ipotesi difensiva difficilmente avrebbe raccolto i consensi della Corte Sportiva.

Restano quindi complicate e agitate le acque a Trigoria: Spalletti domenica dovrà fare a meno anche dello squalificato Rüdiger, mentre tra i tifosi e in società tengono banco le tematiche del secondo posto da blindare e dell'imminente addio al calcio giocato di Francesco Totti.

Il Napoli è, infatti, pronto a completare la rimonta, anche grazie a un calendario favorevole, ma i giallorossi non possono permettersi di mancare anche questo obiettivo stagionale, dopo essere stati eliminati in Champions nei playoff, negli ottavi di finale di Europa League e in semifinale di Coppa Italia.

Dover passare dai preliminari per centrare un importantissimo piazzamento nella prossima Champions, sarebbe davvero difficile da accettare per l'ambiente romano.

Per quanto concerne l'addio di Totti, in pochi si sono sorpresi che tale decisione sia arrivata ora, vista l'età del Pupone, ma che sia stata annunciata dall'ultimo arrivato, ovvero il DS Monchi.

L'ex direttore sportivo del Siviglia si è subito preso una bella gatta da pelare. Totti, invece, resta in silenzio. Il diretto interessato, per il momento, non si è ancora espresso in merito e tutto questo silenzio sta destabilizzando un po' tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori. Per lui ora si potrebbero aprire le porte per una carriera da direttore tecnico - ha un contratto di 6 anni - ma mai nessuno fin qui gli ha parlato e gli ha spiegato quale potrebbe essere il suo possibile ruolo dirigenziale.

Per l'emblema della Roma, per quel giocatore che ha dedicato l'intera carriera alla sua squadra del cuore, per l'Ottavo Re di Roma, in effetti, tutta questa situazione non è esattamente il massimo.