Il sipario sulla Champions League 2016/2017 è calato nella maniera peggiore per la Juventus. I bianconeri non sono riusciti a spezzare la maledizione che li ha visti sconfitti nelle ultime cinque finali disputate, contando anche quella di Cardiff. Su nove finali giocate, il club torinese ne ha dunque perse sette e detiene un poco invidiabile primato che contribuisce ad alimentare quello negativo complessivo legato alle squadre italiane. Sebbene l'Italia condivida con la Spagna il record assoluto delle finali disputate (28) nel massimo trofeo continentale per club, il bilancio è in passivo con 12 vittorie (7 del Milan, 3 dell'Inter e 2 della Juventus) e 16 sconfitte, di cui quasi la metà hanno visto protagonisti, loro malgrado, i calciatori juventini.

Il sortilegio bianconero

La black-list si apre a Belgrado nel 1973, nell'ultimo atto contro l'Ajax che supera 1-0 i bianconeri con un gol di Rep. Dieci anni dopo, ad Atene, sarà l'Amburgo a piegare la Juventus con l'identico punteggio ed il famoso gol di Magath. La Vecchia Signora sembrava aver interrotto il sortilegio con i trionfi del 1985 e 1996, ma immediatamente dopo il secondo successo è ripresa la sfilza di K.O, inaugurata nuovamente nel 1997 al cospetto del Borussia Dortmund in quel di Monaco (1-3, doppietta di Riedle e gol di Ricken per i tedeschi, di Del Piero il punto della Juve) e proseguita nel 1998 ad Amsterdam ad opera del Real Madrid, 0-1 firmato da Mijatovic. Poi nel 2003 la finale tutta italiana di Manchester, in cui la Juventus venne superata dal Milan ai calci di rigore.

Nel 2015 quella di Berlino contro il Barcellona, 1-3 con le reti di Rakitic, Suarez e Neymar, di Morata l'unico gol bianconero. Tutto questo, ovviamente, prima dell'ennesima delusione maturata in Galles che, dal punto di vista delle aspettative e della successiva prestazione, è un delle peggiori dell'intera storia bianconera.

Muro Real contro Fiorentina e Milan

La prima formazione italiana ad affrontare una finale di Coppa dei Campioni fu la Fiorentina nel 1957. Un match proibitivo per la pur forte formazione gigliata che annoverava gente del calibro di Julinho, Gratton, Virgili e Montuori, ma si trovava davanti il Real Madrid campione in carica che giocava nel proprio stadio.

Gli spagnoli vinsero 2-0, reti di Di Stefano e Gento. Nella stagione successiva fu il Milan di Liedholm e Schiaffino ad affrontare i madrileni a Bruxelles nella sfida che assegnava la Coppa dei Campioni, un match bellissimo e combattuto con i rossoneri due volte in vantaggio, prima con Schiaffino e poi con Grillo, ma raggiunti in entrambe le circostanze da Di Stefano e Rial. Nei tempi supplementari il gol di Gento fisserà lo score sul definitivo 3-2, posizionando la terza coppa di fila nella bacheca dei blancos.

Inter, le sconfitte con Celtic ed Ajax

Il periodo storico successivo è quello d'oro delle formazioni milanesi: dal 1963 al 1969 Milan ed Inter vincono due Coppe dei Campioni a testa, ma ci sarà spazio anche per una cocente sconfitta: quella dell'Inter a Lisbona nel 1967 ad opera del Celtic Glasgow.

Le marcature di Gemmell e Chalmers ribalteranno il vantaggio nerazzurro siglato da Mazzola su rigore, finirà 2-1 per gli scozzesi. Pochi anni dopo l'Inter sarà protagonista in negativo di un'altra finale, a Rotterdam nel 1972, dove sarà sconfitta 0-2 dall'Ajax, lo squadrone di Johan Cruijff che metterà la firma su entrambi i gol e che nella stagione successiva, come abbiamo già ricordato, avrebbe superato anche la Juventus in finale.

Le occasioni storiche perse da Roma e Sampdoria

A perdere l'occasione della vita, quella di vincere la Coppa dei Campioni davanti al pubblico di casa, sarà la Roma nel 1984: i giallorossi affrontano il Liverpool allo stadio Olimpico, vanno sotto di un gol realizzato da Neal, ma pareggiano con Pruzzo.

Si arriverà poi fino ai calci di rigore in una delle lotterie dal dischetto più celebri della storia del calcio: quella del 'rifiuto' di Falcao e degli errori incredibili di Conti e Graziani, quasi ipnotizzati dall'istrionico portiere dei reds, Bruce Grobbelaar, che consegneranno il trofeo agli inglesi. Occasione storica anche per la Sampdoria nel 1992, i blucerchiati sfideranno il Barcellona nella finalissima di Wembley ed il grande equilibrio tra le due formazione sarà spezzato soltanto da un 'missile' su calcio di punizione di Ronald Koeman, a 3' dalla fine dei tempi supplementari. La prodezza del difensore olandese fisserà il punteggio sull'1-0 regalando ai blaugrana la prima Coppa dei Campioni.

Milan, brucia ancora la beffa di Istanbul

La squadra italiana con più titoli continentali è il Milan che in meno di vent'anni, dal 1989 al 2007, ha messo le mani per altre cinque volte sul trofeo già conquistato due volte negli anni '60. Nel secondo e più lungo periodo aureo del club meneghino, però, si contano anche tre sconfitte in finale di Champions League. La prima è quella di Monaco del 1993 ad opera dell'Olympique Marsiglia, 1-0 firmato da Boli. La seconda arriva da Vienna due anni dopo, dove i rossoneri sono superati 1-0 dall'Ajax (di Kluivert il match-point). La beffa più incredibile della storia del Milan e, probabilmente, dell'intera storia della Coppa dei Campioni-Champions League matura però ad Istanbul nel 2005: tra gli uomini di Carlo Ancelotti ed il Liverpool sembra non esserci partita, il gol di Paolo Maldini e la doppietta di Crespo portano il punteggio sul 3-0 nei primi 45'.

Nella ripresa, i reds saranno autori di una rimonta surreale in appena 6' scandita dai punti di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso che pareggeranno il pesante passivo. La formazione inglese vincerà poi ai calci di rigore.