Massimiliano Mirabelli e Marco Fassone, i protagonisti indiscussi in casa Milan, hanno lavorato, e continueranno a lavorare, a ritmi elevati per consentire all'allenatore Vincenzo Montella di avere tra le mani una rosa competitiva per un piazzamento nella prossima Champions League. A circa due settimane dall'apertura ufficiale del Calciomercato, la formazione titolare è stata stravolta, per un totale di undici acquisti.

Dalle operazioni più semplici a quelle più difficili, fino a quelle ritenute impossibili come Leonardo Bonucci. Il mercato del Milan alza l'asticella qualitativa giorno dopo giorno e non è finita qui.

Come è ormai chiaro a tutti, la società rossonera è ancora alla ricerca di una punta di spessore, oltre che di un centrocampista. I nomi vagliati sono tanti e lo stesso Massimiliano Mirabelli, con un'intervista esclusiva ai microfoni di Premium Sport, ha fatto il punto della situazione in casa rossonera.

Mirabelli: "Siamo un cantiere, voglio San Siro pieno in ogni gara"

Sulla sua scelta di lasciare l'Inter per passare al Milan: "Di sicuro è stata una scelta coraggiosa, per arrivare al closing si è fatta tanta strada e l'esito non era scontato. Non ci ho pensato due volte, però. Nonostante abbia vissuto male il periodo pre-closing, abbiamo lavorato lo stesso, abbiamo viaggiato per anticipare il lavoro.

Non c'era nessuna certezza, non potevamo parlare per conto del Milan, c'era un certo sospetto. Oggi rappresento uno dei club più titolati al mondo, la gavetta mi è servita e nessuno mi ha mai regalato niente. Farò errori, ma so di cosa parlo e come agisco."

Sul suo lavoro: "Il Milan ha il dovere di puntare e credere nello scouting.

Abbiamo il dovere di conoscere i calciatori, non basarsi sul sentito dire come accade in molte squadre. Il progetto scouting prevede molte persone al lavoro, dalla prima squadra al settore giovanile. Vogliamo arrivare per primi su determinati calciatori, anticipare la concorrenza e farli nostri a prezzi vantaggiosi. Per il resto abbiamo lavorato in silenzio nel periodo pre-closing, abbiamo programmato e poi affondato."

Sugli acquisti del Milan: "Quello meno difficile è stato Conti, era rossonero già dopo la prima chiamata.

Bonucci, invece, è stato quello più affascinante per i tempi in cui si è concluso l'affare, ancora non ce ne siamo resi conto. O lo si faceva subito o mai più. Non ho parole per esprimere le nostre sensazioni. Quello più complicato, se acquisto si può definire, è stato il rinnovo di Donnarumma. Una mission impossibile: era un calciatore in scadenza, per molti le chance erano pari a zero. La volontà del calciatore è stata importante così come quella della sua famiglia. Abbiamo fatto leva su quello. Anche Biglia non è stato semplice, Lotito non molla mai"

Sulle trattative in corso: "Per quanto riguarda Belotti, mi dispiace se il Torino è irritato. Noi abbiamo diversi attaccanti in mente e chiediamo informazioni.

Parlo con il Torino e sanno del nostro interesse verso Belotti. Noi avvisiamo sempre prima le società e poi parliamo con il calciatore. Di qualche attaccante avete parlato, altri ancora non sono usciti. Morata era una pista calda, poi sono sorte delle difficoltà anche per l'inserimento di altre squadre. Lui all'inizio aveva dato disponibilità. Potrà ritornare in auge solo se alle nostre condizioni, così come anche per Renato Sanches che io seguo e conosco dai tempi del Benfica. Potremmo anche comprare una punta esterna, il mercato è lungo.

Sul Milan attuale: "Il Milan è un cantiere aperto, cerchiamo di amalgamare i nuovi elementi con quelli vecchi. Il nostro è un percorso lungo, vogliamo aprire un ciclo.

Vogliamo diventare una squadra importante in 2-3 anni, e per questo c'è bisogno anche di avere un San Siro pieno, l'entusiamo che stiamo cercando di ricreare tra i tifosi. Il nostro obiettivo è questo più che piazzarci dietro la Juventus. Anche perché preferisco piazzarmi davanti"