La risposta alla domanda del titolo ve la forniamo già, al primo rigo: non si può. Non si può denigrare il lavoro fantastico di una società per 12 minuti di follia in una partita di Coppa Italia, che di certo non ha lo stesso valore sportivo di una gara di campionato, per importanza e per periodo in cui essa viene giocata. Non si può gettare fango su tutto il lavoro fatto finora per 12 minuti di follia. Non si possono definire "scarsi" calciatori come Caturano o Cosenza che avranno le loro colpe, ma se sono seguiti dalle big di C e da qualche società di B, un motivo ci sarà pure.

Basta esagerazioni.

Serve rispetto. È importante avere rispetto di una società che ha investito tantissimo in estate, senza cedere un solo gioiello, seppur le offerte non mancassero. Così come serve rispetto di calciatori ai quali in campionato non si perdonerà il minimo errore, ma che al momento hanno le gambe pesantissime dai carichi di lavoro e qualche giustificazione possono pure averla. Serve rispetto per il mister che, lo ricordiamo ai falsi smemorati, ha avuto delle assenze importanti per il match di Pordenone: Costa Ferreira, Pacilli e Armellino.

E, non per ultimo, serve rispetto per il Pordenone stesso: alcuni commenti lasciano intendere che qualche "tifoso" era certo di vincere. C'è da sottolineare però che il Pordenone è una squadra della stessa categoria del Lecce.

I friulani sono una signora squadra che, meglio ricordarlo, solo due mesi fa, ha raggiunto le semifinali dei play off, mentre il Lecce si è fermato ai quarti di finale. Dunque, se si fa disfattismo a Lecce, cosa dovrebbe accadere a Benevento (sconfitta per 4-0 in casa contro il Perugia, team di serie B) o a Bologna, dove i felsinei hanno perso per 3-0 contro il Cittadella?

La rosa del Lecce è competitiva

Nonostante la gara di Pordenone, la rosa del Lecce è competitiva. Lo dicono gli esperti, lo dicono i numeri. Uno dei siti più accreditati nel settore, Transfermarkt.it, indica il Lecce come la società con la rosa dal valore più alto: i giallorossi, infatti, seppur siano secondi dopo il Catania nel valore generale (siciliani a 5.90 mln, salentini a 5.60 mln), hanno però un valore medio più alto: 215 mila per i calciatori del Lecce, 197 mila per i calciatori del Catania.

Il Lecce, da questo campionato e grazie ai sacrifici dei soci, può vantare un parco giocatori di proprietà, con i prestiti ridotti al minimo. E, come specificato in conferenza stampa da Saverio Sticchi Damiani, anche laddove ci sono dei prestiti secchi, il Lecce ha un discorso aperto per eventualmente acquistare l'intero cartellino del calciatore con le società che lo posseggono. Non prendiamoci in giro: acquisti di 200 mila euro circa a testa, come quelli dell'attaccante Caturano (riscattato da Bari) e del regista Armellino (arrivato dal Matera), da quando il Lecce è in Serie C, non si erano mai visti. Per non dimenticare gli adeguamenti (e prolungamenti) degli ingaggi di calciatori del calibro di Mancosu e Caturano.

Insomma, il Lecce c'è, ha lavorato bene e parte da basi solide: sia chiaro a tutti che non c'è nulla di scontato e servirebbe più equilibrio nei commenti, specie dopo una sconfitta quasi insignificante.