Su il sipario, fiato alle ugole dei bimbi della Corale Verdi di Parma che dovranno intonare l’inno nazionale. E si parte. Dopo tre intensi mesi di mercato comincia il campionato di Serie B 2017-2018. Il teatro dell’Opening Day sarà il ‘Tardini’ di Parma, che per appena la seconda volta negli ultimi 27 anni ospiterà gare di B, viste le diverse “frequentazioni” degli emiliani negli ultimi 5 lustri, tra picchi arditi, risalite e discese, ma che sarà uno degli stadi copertina di una stagione da vivere tutta di un fiato. Non sarà semplice, ovvio, perché 42 giornate più i playoff, destinati a concludersi a ridosso dell’inizio del Mondiale di Russia (cui più di qualche straniero che animerà il torneo “rischia” di partecipare) rappresentano un arco temporale lunghissimo, troppo lungo per parlare di “un solo campionato”.

Ci saranno più mini-tornei all’interno di quello principale e l’importante, in particolare dopo la pausa invernale, sarà farsi trovare pronti sul piano della condizione per mettere subito in cascina punti che si riveleranno preziosissimi.

Ci si vede ai playoff

Appunto, pronti sul piano della condizione, perché su quello del mercato, come quasi sempre, in poche si presenteranno al completo pur a pochi giorni dalla fine della sessione. Come non accadeva da anni le trattative di B hanno regalato sussulti e sorprese, un’ulteriore conferma di come, a livello tecnico, il torneo numero della storia si presenti tra i più equilibrati. In testa e in coda è quasi impossibile fare pronostici e immaginare più di una o due squadre destinate a sognare e a soffrire.

Al momento l’unica certezza è che quasi sicuramente i playoff si giocheranno, dal momento che è stato alzato a 15 punti il perimetro tra terza e quarta che decreterebbe le tre promozioni dirette in Serie A. Il ché vuol dire più spettacolo, più squadre che possono sognare e quindi gare più incerte fino alla fine.

Il poker da battere

Si sa, però, che ad ogni vigilia che si rispetti non ci si può sottrarre da un pronostico. Stilare una griglia di partenza è quasi impossibile per come sono simili i valori tra le migliori e le altre, e allora andiamo sul sicuro indicando le tre retrocesse come favorite per l’immediato ritorno tra i grandi.

Palermo ed Empoli sembrano avere una marcia in più, complice il famoso paracadute e il fatto di aver operato bene sul mercato, i rosanero attraverso la conferma di buona parte dell’organico retrocesso, stranieri inclusi, i toscani attraverso operazioni di tutto rispetto, in particolare in attacco, tra il colpo Caputo e quello Antenucci in arrivo. A completare il quadro due allenatori come Bruno Tedino e Vincenzo Vivarini, rispettivamente al debutto e al secondo anno in B, ma con tanta gavetta alle spalle, pronti a spiccare il volo verso il grande calcio sulla falsariga di quanto accaduto un anno fa a Leonardo Semplici. Subito a ridosso ecco Pescara e Frosinone: per gli adriatici ci teniamo il piccolo dubbio dell’esito della cura Zeman con tanti giovani, forti ma non certo come lo squadrone del 2011, per la squadra di Moreno Longo un pizzico di retrogusto dopo lo choc della scorsa stagione ai playoff, ma il mercato in entrata e l’allenatore scelto sono una garanzia.

Obiettivo playoff

Alle spalle delle fantastiche quattro si staglia un gruppo molto eterogeneo e di difficile determinazione, quello delle tante altre aspiranti ai playoff. Inevitabile dividerle in sottogruppi, con le duellanti dell’anticipo di venerdì, Parma e Cremonese, insieme a un’altra neopromossa, il Venezia, e al Bari. Crociati e grigiorossi vengono da campagne acquisti sontuose, insufficienti per colmare il gap delle primissime, ma non per candidarsi pur sottovoce per un posto nella post season. Per Bari e Venezia si va più in fiducia, dal momento che il mercato è stato sotto alle aspettative, in particolare per i lagunari: Tacopina sembra volersi stabilizzare dopo due promozioni. Ai campioni del mondo Grosso e Inzaghi il compito di infiammare di entusiasmo piazze che non chiedono di meglio.

Missione guastafeste

Le 8 per i playoff, sulla carta, sono queste. Ma le formazioni pronte ad approfittare di un’annata no delle favorite sono tante, a partire dal nuovo Brescia di Cellino, già candidato per un ruolo da protagonista nella prossima stagione, ma sicuro guastafeste in quella attuale, magari sfruttando il mercato di gennaio, dato che il passaggio di proprietà si è concretizzato troppo tardi per incidere sulla sessione attuale. Occhio anche a un paio di fabbriche di bel calcio, come Cittadella e Perugia, che ripartono dalla base dello scorso playoff per provare a migliorarsi con poche pressioni. Da seguire anche l’ultima neopromossa, il Foggia di Stroppa, il Novara di Corini, il rinnovatissimo, ma interessante, Carpi, che ha affidato ad Antonio Calabro l’apertura di un nuovo ciclo con poche pressioni e l’incognita Entella, che sembra aver ridimensionato un po’ tra la cessione di Caputo, l’addio forzato a Catellani e la scelta di un allenatore senza esperienza come Castorina.

Ma chi compra in attacco De Luca, Luppi e forse Giannetti non si accontenta certo di vivacchiare.

Il gruppone della salvezza

Tra coloro che sono sospesi ecco Salernitana e Ternana: paradossale il caso delle Fere, che dopo un inizio estate di paura per il rischio scomparsa dopo la fine dell’era Longarini, hanno vissuto il ciclone Unicusano, al momento però fermo alle promesse. Il mercato è stato un guazzabuglio di giocatori d’esperienza (Gasparetto, Vitiello) e acquisti dal Fondi, ma l’obiettivo playoff sembra lontano, così come per la Salernitana di Bollini, alle prese con la solita incertezza lotitiana: se la Lazio non ha fatto mercato, come avrebbero potuto farlo i granata? Si apre così il gruppone delle squadre deputate a pensare alla salvezza, che comprende l’Avellino che alla prima stagione intera di Novellino chiede più regolarità, nonché a due ex grandi come Cesena e Spezia: i romagnoli devono fare ancora i conti con le sofferenze societarie, gli Aquilotti con il ridimensionamento deciso da Volpi, in entrambi i casi ci si affiderà ai giovani, in Liguria pure in panchina con il debutto su una panchina di B di Fabio Gallo.

Deb è anche Gianluca Grassadonia, cui è stata affidata la “solita” Pro Vercelli da far carburare lentamente, e Enzo Maresca, guida insieme al “tutor” Fulvio Fiorin di un Ascoli che si aggrappa ai gol di Favilli.