Non vale soltanto una stagione, chi la vince entra nella Storia. Non esiste trofeo più ambito per un club calcistico europeo, perché la coppa dalle 'grandi orecchie' possiede quella magia e quel fascino che, traslato a livello di Nazionali, è paragonabile soltanto a quello della Coppa del Mondo. Il 12 settembre 2017 la Champions League riapre i battenti per la sua 63^ edizione. Sono trascorsi poco più di tre mesi dalla finale di Cardiff che ha consegnato il dodicesimo titolo continentale al Real Madrid, mortificando per l'ennesima volta le ambizioni europee della Juventus.

Il club torinese riapre dunque la caccia a quella che, a tutti gli effetti, rappresenta la maledizione della sua gloriosa storia. Dalla stagione 1958/59 che segnò il debutto dei bianconeri nella vecchia edizione della Coppa dei Campioni, questa sarà la 33^ partecipazione. Spiccano due titoli, ma anche sette finali perse. La strada per la finale di Kiev è lunghissima e lastricata di insidie, ma la Juventus ha il dovere di riprovarci.

Juventus, un inizio con il botto

Le finali si ricordano tutta la vita, sia per le vittorie che per le sconfitte. Ci sono sconfitte che maturano per episodi, tali da generare decenni interi di dibattiti con immancabili 'se' o 'ma'. Lasciano il tempo che trovano, perché alla fine la Storia celebra i vincitori.

Per sfortuna, relativamente alla finale di Cardiff dello scorso giugno, la Juventus non beneficia di alcuna congiunzione. Il 4-1 con il quale il Real Madrid si è preso la coppa nella passata stagione non lascia spazio ad alcuna recriminazione, i campioni d'Italia hanno subito una lezione di calcio tra le più severe della loro storia continentale.

Ma ogni stagione ha la sua storia e la Juventus punta senza mezzi termini a rompere una vera maledizione che dura ormai da troppo tempo. L'inizio non poteva essere più competitivo, gli uomini di Max Allegri faranno il loro esordio contro il Barcellona al Camp Nou, quello stesso Barcellona malmenato nei quarti di finale della passata Champions League.

A distanza di cinque mesi ci saranno in campo tanti protagonisti di quella doppia sfida, ma tanto la Juventus quanto il Barcellona hanno cambiato alcuni punti chiave della loro chimica di gioco. I bianconeri hanno messo giocoforza in naftalina la famosa BBC in difesa, ma nel reparto avanzato presentano un Dybala in gran spolvero, lo stesso Dybala che cinque mesi fa punì duramente i blaugrana. I catalani hanno sciolto il tridente delle meraviglie, Neymar è andato al PSG, sono arrivati Dembelé e Paulinho. Inutile dire che Leo Messi è sempre il punto di riferimento di questa squadra, oggi più che mai dopo la partenza di 'O'Ney'. Entrambe le protagoniste del big-match sono in testa ai rispettivi campionati e lo scontro diretto sembra già una sorta di spareggio per il primo posto nel girone.

Le altre avversarie, Olympiakos e Sporting Lisbona, non dovrebbero dare troppo fastidio a bianconeri e blaugrana. Quante possibilità ha la Juventus di vincere la Champions League 2017/2018? Delle tre italiane è certamente la più accreditata, nel paragone con le altre pretendenti sembra un gradino più sotto di Real Madrid, Bayern e PSG. Ma i gradini europei, si sa, salgono e scendono di continuo.

Napoli, quella matta voglia di stupire

Il Napoli è pronto a sfidare la Juventus in campionato: è un leitmotiv che sentiamo da anni, poi per un motivo o per un altro c'è sempre un imprevisto che frena i partenopei. Ad ogni modo gli azzurri che hanno superato in bello stile il preliminare contro il Nizza e si apprestano a fare il proprio esordio sull'insidioso terreno dello Shakhtar Donetsk, lanciano il loro simbolico guanto ai bianconeri anche in Europa.

La squadra allenata da Maurizio Sarri è un pò una mina vagante del torneo, ma è un ruolo che il Napoli ha sempre rivestito sin da quando alla fine degli anni '80 fece il proprio esordio nel massimo trofeo continentale. Se si eccettua la Coppa Uefa vinta nel 1989 ai tempi di Diego Maradona, il club campano non ha una grossa tradizione internazionale, ma tutte le volte che si è presentato ai nastri di partenza di una competizione ha sempre schierato squadre di prim'ordine. Il tema è lo stesso in questa stagione, in un girone dove probabilmente Napoli e Manchester City si contenderanno la vetta rispetto alla già citata formazione ucraina ed agli olandesi del Feyenoord. Dove possono arrivare Hamsik e compagni?

Certamente ci sono potenzialità per andare lontano e superare quel tabù degli ottavi di finale che il Napoli non è mai riuscito a scavalcare. Lo scorso anno ebbe la sfortuna di trovarsi di fronte il Real Madrid dopo la fase a gironi: tutto sommato gli uomini di Sarri non sfigurarono nel doppio confronto con i futuri campioni d'Europa, pagando dazio dinanzi alla grande esperienza internazionale degli avversari. Una stagione e tanta convinzione in più: il Napoli è pronto a stupire e certamente, andando avanti nella competizione, sarà un pessimo cliente per chiunque.

Roma, un girone di ferro

Delle tre italiane, la Roma è la squadra che sarà costretta agli straordinari fin dalle prime partite. Il girone non è proibitivo, ma poco ci manca: l'Atletico Madrid del 'Cholo' Simeone ed il Chelsea di Antonio Conte (più la cenerentola azera Qarabag) sono entrambe formazioni che puntano a sollevare il trofeo e sono chiaramente favorite per passare il turno.

I giallorossi, privi per la prima volta dopo tanti anni del loro uomo-simbolo, Francesco Totti, sono comunque una squadra ben attrezzata ed in grado di rendere la vita difficile alle grandi del calcio continentale. Gente come Strootman, Dzeko e Nainggolan sono stati contesi da mezza Europa e la scelta di trattenerli a Roma, rinunciando ad almeno un centinaio di milioni di euro, testimonia comunque l'obiettivo della società di arrivare lontano in questa stagione, tra campionato e Coppa dei Campioni. Ed a proposito di Champions, ll battesimo sarà di fuoco: la sfida in casa contro l'Atletico Madrid potrà dare subito dimensione e forma alle amibizioni continentali del club capitolino. Sogni europei che ormai da un trentennio, dopo la finale persa in casa ai rigori contro il Liverpool nel 1984, sono stati sempre mortificati e, talvolta, letteralmente frantumati da sconfitte umilianti.

Bruciano ancora, in tal senso, i passivi di 1-7 subiti dal Manchester United nel 2007 e dal Bayern nel 2014, o il pesantissimo 1-6 incassato dal Barcellona nel 2015. Ma sono soltanto i risultati negativi più eclatanti nell'ambito di percorsi europei sempre piuttosto anonimi. A differenza della Juventus, la Roma non può guardare troppo lontano: dovrà tirare fuori il meglio per passare il turno e potrebbe anche non bastare.